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Verdi, Eleonora Evi lascia e accusa Bonelli: "Donna foglia di fico, partito patriarcale"

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Eleonora Evi lascia Europa Verde. La co-portavoce si dimette dalla guida del partito, senza lesinare critiche ad Angelo Bonelli. "Quando ho espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della direzione nazionale e pubblicamente, sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della ‘famiglia verde’ che mi aveva accolta e offerto uno scranno in Parlamento", si legge nella lettera da lei firmata. Idee che "generano nei suoi esponenti reazioni impreviste: ora chiusura, ora diffidenza o sospetto. Talvolta paternalistica e vuota condiscendenza. Non di rado livore, rivendicazione".

Da qui la stoccata ai colleghi: "Per un partito che tra i suoi obiettivi ha quello di difendere la biodiversità quale elemento preziosissimo per la stessa sopravvivenza del pianeta, è decisamente deludente constatare che questo valore non si riesca ad applicarlo all’interno del partito stesso, schiacciando e mortificando così una sana e costruttiva dialettica interna, anche e soprattutto quando questa prende forma da istanze territoriali".

Per questo, prosegue, "non intendo continuare a ricoprire il ruolo di Co-portavoce femminile che, nei fatti, è ridotto a mera carica di facciata", picchia durissimo la Evi. "Rassegno le mie dimissioni da Co-portavoce pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale". Un annuncio arrivato anche sui social dove la deputata fa sapere: "Mi dimetto. Non sarò la marionetta del pinkwashing. Cioè non farò la foglia di fico rosa di fronte a scelte non condivise". Un addio che segue quello al Movimento 5 Stelle. Evi, infatti, è stata eletta europarlamentare nel 2009 con i grillini. Nel 2020 poi lascia i pentastellati per approdare nei verdi. Con Europa da Bruxelles approda a Roma, eletta lo scorso anno tramite Alleanza verdi sinistra.

 

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