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Giorgia Meloni contro Giuseppe Conte: "Mes? Fatto col favore delle tenebre"

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Dopo averlo definito "un macigno" per le casse dello Stato, Giorgia Meloni rincara la dose sul Superbonus tanto voluto dal Movimento 5 Stelle. "Fatevi un esame di coscienza - ha detto rivolgendosi ai pentastellati -. È stato un regalo a truffatori e alla criminalità. Così frodi e profitti record per le banche, mentre sono state tolte risorse alla sanità e alle famiglie". Ma non finisce qui. Nelle repliche alle comunicazioni alla Camera dei deputati in vista del prossimo Consiglio europeo, il premier non le ha mandate a dire: "Austerità? Non so se fa riferimento al fatto che abbiamo smesso di buttare i fondi dei contribuenti dalla finestra con superbonus, reddito di cittadinanza, monopattini. Quello non lo facciamo, siamo stati votati per smettere, era quello che gli italiani chiedevano ed è la ragione per cui non vi hanno confermato al governo". 

E sempre contro i pentastellati guidati da Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio ha ricordato: "Ieri leggevo una intervista della segretaria del Pd, Elly Schlein, in cui si diceva che noi staremmo bloccando l'Europa non ratificando il Mes. Intendiamoci, il Mes può essere utilizzato, ma non può essere utilizzato con le modifiche previste nel trattato. La lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. È vero, l'Italia si è impegnata sulla modifica del trattato con altri 18 paesi che ratificano il Mes. Noi questo passaggio parlamentare non l'abbiamo ancora fatto".

Da qui un dubbio: "Ma mi chiedo quando l'Italia ha detto sì alla modifica di questo trattato. Io ricordo che l'ultimo mandato parlamentare fu del 2019 e impegnava l'allora governo Conte a non ratificare la modifica del trattato. Dopo di che ricordo una memorabile conferenza stampa del presidente Conte, di quelle convocate durante la pandemia per far sapere agli italiani quali erano i loro diritti, i cui il presidente Conte rispondeva orgoglioso che 'il governo non lavora con il favore delle tenebre'. E allora chi ha dato l'impegno italiano a una ratifica che adesso ci pone in una situazione difficile? Lo ha fatto il governo Conte, senza mandato parlamentare, e lo ha fatto un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti, dando incarico a un ambasciatore, senza dirlo agli italiani e con il favore delle tenebre". 

Infine la stoccata ai suoi predecessori: "Ricordo la foto di Draghi sul treno con Macron e Scholz. Per alcuni la politica estera è farsi fare qualche fotografia, anche quando a casa non si portava niente. Io penso che l'Europa sia a 27 Paesi e bisogna parlare con tutti. Io riesco a parlare con la Germania la Francia e anche l'Ungheria, perchè penso che questo sia fare il proprio mestiere...".

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