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Pd, scandalo a Brescia: sottratti 150mila euro ai bambini

Bisinella con D'Alema

Fabio Rubini
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Nuove grane per il Partito democratico tra Brescia e Firenze dove alcuni suoi esponenti sono finiti o rischiano di finire nel mirino della magistratura. In Lombardia, a Brescia, succede che l’ex segretario provinciale del Pd Pietro Bisinella, ha ammesso in una lettera di aver prelevato 150mila euro per motivi personali dai conti della Fondazione Provinciale Bresciana per l’Assistenza Minorile onlus, di cui era presidente dall’agosto 2022.

Il caso è emerso dopo la denuncia al cda fatta dal revisore dei conti Giorgio Bontempi (oggi consigliere regionale per Fdi) che si era accorto di strani prelievi. A quella segnalazione era seguita prima una rassicurazione da parte di Bisinella, che si era poi trasformata in una melina piuttosto insistente che aveva portato ad approvare il bilancio 2022 solo ad ottobre dell’anno scorso. Proprio in quella occasione Bisinella aveva ammesso i prelievi e si era dimesso dal suo incarico. Contestualmente si era accordato con il cda e aveva redatto un atto notarile col quale si impegnava a restituire le somme prelevate. Una mossa che potrebbe averlo “salvato” da una possibile inchiesta giudiziaria.

 

 

Sulla vicenda è intervenuto Fabio Rolfi, ex assessore regionale e oggi leader dell’opposizione cittadina: «Il Pd come sempre guarda la pagliuzza nell’occhio degli altri e non si accorge della trave piantata nel suo». Con un’aggravante: «Che questo comportamento è stato perpetrato nell’amministrazione di una Fondazione che si occupa di bambini bisognosi. A me sempre una cosa piuttosto grave...».

La vicenda di Bisinella, spiega Rolfi, fa il paio con quella dell’ex eurodeputato dem ed ex vicesindaco della città, Luigi Morgano, recentemente sfiduciato dalla Federazione italiana scuole materne che l’accusa «dell’esistenza di più conti correnti muniti di cospicui saldi e occultati agli organi di governo della Federazione nazionale». Conti che, sempre secondo i suoi accusatori, sarebbero stati «nascosti anche dopo la decadenza dalla carica del segretario nazionale dott. Luigi Morgano e confermati solo dopo la scoperta da parte del collegio dei revisori e della (nuova) presidenza nazionale». Tanto basta per far dire a Rolfi che «evidentemente il Pd bresciano ha un problema di metodo...».

 

 

A Firenze, invece, la Procura della Repubblica dal 2021 indaga sullo smaltimento non corretto di rifiuti pericolosi che avrebbe fruttato un considerevole risparmio economico. Per questo ieri la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio di 6 società e 24 persone. Tra queste spiccano la sindaca di Santa Croce sull’Arno Giulia Deidda, il consigliere regionale Andrea Pieroni, il funzionario regionale dell’ambiente Edo Bernini e l’ex capo di gabinetto Ledo Gori. Tutti afferenti al Partito democratico. Secondo l’accusa al centro dell’indagine ci sono le ceneri inquinanti prodotte dalla combustione dei fanghi delle concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno. E sulla vicenda, sempre secondo gli inquirenti, potrebbe esserci l’ombra della ’ndrangheta. L’udienza preliminare è già stata fissata per il prossimo 12 aprile a Firenze.

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