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Emanuele Pozzolo ritorna alla Camera: "Io, come Clint Eastwood"

Daniele Priori
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Emanuele Pozzolo è tornato a Roma. Il deputato pistolero, a un mese esatto dal botto di Capodanno partito come ancora non si sa da un’arma di sua proprietà, si è riaffacciato a Montecitorio. All’ordine del giorno il confronto (per carità guai a parlare di duello!) con i probiviri di Fratelli d’Italia. Quello che era e resta il suo partito, sebbene risulti al momento sospeso e affidato, appunto, alle decisioni dei garanti interni della disciplina. Il parlamentare, tuttavia, all’uscita dall’incontro, avvenuto nel palazzo dei gruppi, sorseggiando un caffè da Giolitti, ha ostentato serenità. «Il confronto è andato benissimo. Non mi sento affatto scaricato dal partito né ho sentito in alcun modo parlare di espulsione» ha garantito rispondendo alle domande dei cronisti che lo hanno inseguito un po’ per tutta la giornata quasi come una rockstar. Al punto che, prima di disperdersi nella folla che popolava il pomeriggio romano, dal sen del deputato sfugge un paragone ardito. Ha detto, infatti, di continuare a sentirsi Clint Eastwood, uno che, proprio come lui, in ogni caso non cambierà mai idea.

Quando le domande, poi, si sono fatte ancora più incalzanti e i nomi tirati in ballo sono stati quelli del suo amico Andrea Delmastro e della premier Giorgia Meloni, Pozzolo ha scelto di tacere. Anzi al quesito preciso se si fosse sentito scaricato o buttato giù dalla torre, l’onorevole ha risposto con modi un po’ da bandolero stanco. «Io mi preoccuperei più della vostra stabilità» ha detto ai cronisti. «Chi rischia di cadere, sotto molti punti di vista, siete voi giornalisti e con una caduta pesante». E meno male che i toni scelti di mattina presto sulla sua pagina social (che non aggiornava giusto giusto da un mese esatto) erano stati quelli di don Bosco che, ricordava il parlamentare, era solito dire come «in tempi difficili in cui i nemici della luce si adoperano per coprire la verità bisogna vivere con i piedi per terra e con il cuore abitare nel cielo».

 

 

 

Tempi in cui l’arma migliore (ops!) volevamo dire lo spirito più adatto per reagire è solo saper «guardare oltre». Un fratello d’Italia, insomma, Pozzolo, che torna con auspici di grazia fraterna. Anzi, per usare sempre le sue stesse parole, nemmeno di ritorno si dovrebbe parlare ma di continuità della sua attività parlamentare in una Roma per lui accogliente come sempre. Un po’ come se nulla fosse successo in quella nottataccia di Capodanno in cui il veglione a Rosazza, microscopico comune di soli 97 abitanti in provincia di Biella, ha rischiato di trasformarsi in una tragedia per colpa di quel colpo di pistola partito chissà come e finito sulle gambe del genero del caposcorta di Delmastro. Vicenda su cui le indagini degli inquirenti, al di là di ogni passaggio politico o auspicio ecumenico, ovviamente continuano. 

 

 

 

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