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Anna Maria Bigon, Pd "bolscevico": un solo voto contrario, destituita

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"Sono esterrefatta dalla scelta del partito": Anna Maria Bigon, la consigliera che in Veneto ha affossato il progetto di legge sul fine vita, non è più vice segretaria del Pd a Verona. Lo ha deciso una mozione approvata in modo plebiscitario dalla direzione scaligera (46 voti a favore, 2 astenuti e 1 contrario), che così accoglie con favore il provvedimento preso nei giorni scorsi dal segretario veronese Franco Bonfante. Un provvedimento che invece venne subito sconfessato sia dalla segreteria regionale che da quella nazionale. Tant'è, il Pd reprime il dissenso con metodi quasi "bolscevichi".

I fatti risalgono al 16 gennaio scorso, quando il consiglio regionale del Veneto è stato chiamato a votare la proposta di legge dell’associazione Coscioni per regolamentare il fine vita, fissando tempi certi e procedure precise. La votazione si è conclusa con un 25 a 25, quindi senza l'approvazione. Decisiva è stata la mossa della dem Anna Maria Bigon, che era stata invitata dai suoi a uscire per abbassare il quorum e far passare così la legge per un solo voto. Lei però ha deciso di agire diversamente. E questo ha aperto uno scontro all’interno del partito.

Bonfante, che dopo la scelta della Bigon ha deciso di interrompere il rapporto di fiducia con lei, ha spiegato: “Non credo nelle sanzioni disciplinari su temi etici ed è corretto che sia lasciata libertà di voto ma chi la pratica deve essere consapevole delle conseguenze politiche, a maggior ragione se vi erano alternative, come l’uscita dall’aula con una dichiarazione esplicativa”. Mentre la Bigon ha ribadito: “La libertà di coscienza esiste non solo quando è ininfluente, esiste anche quando può incidere sulla linea della maggioranza”.

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