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Roberto Gualtieri e l'esercito dei finti fan bengalesi

 Roberto Gualtieri

Chiara Pellegrini
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Una volta erano i rom a mettersi in fila per votare alle Primarie un candidato o l’altro del Partito democratico alla poltrona di sindaco di Roma, come denunciavano gli stessi iscritti al partito, ora il consenso viaggia per altri mezzi, in questo caso le pagine di Facebook e Instagram, e prende strade asiatiche. Come raccontato dal quotidiano La Repubblica c’è un folto numero di cittadini che dal Bangladesh, da Hanoi o a Nam Dinh in Vietnam, seguono il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Non solo apprezzano la pagina ufficiale ma interagiscono sotto alcuni post spuntando il “mi piace”. Il Colosseo, piazza Navona, San Pietro, i Fori Imperiali, quasi superfluo elencare i luoghi che rendono Roma incantevole agli occhi di un cittadino del sud est asiatico. Curioso però che gli apprezzamenti virtuali ai post riguardino il termovalorizzatore di Santa Palomba, che dovrebbe essere attivato entro il 2028 e che verrà accolto in una landa poco amena e avulsa a bellezze architettoniche.

 

 

Un trend che non è sfuggito all’ex senatrice Elena Fattori del Movimento 5 Stelle che ha annotato: «Interessante tutti questi asiatici che abitano a Santa Palomba. I famosi cittadini dell’immaginario Pd». E a Roberto Di Palma, ex consigliere del M5S con Virginia Raggi sindaca, che ha bacchettato il primo cittadino commentando uno dei suoi post: «Fate un comunicato stampa, sono settimane che ci sono like falsi. Potreste cancellarli, invece di prendervi like positivi falsi».

Anche la realtà è altra e, nonostante il trend social in crescita, i commenti dei romani sull’operato del sindaco sono tutt’altro che lusinghieri, spesso poco pertinenti rispetto all’argomento pubblicato ma tutti simili nei contenuti: traffico, immondizia, degrado, verde abbandonato, illegalità. Giudizi negativi ai quali il Campidoglio non replica, così lamentava a dicembre Alessandro Gassmann: «Al contrario degli altri sindaci/e che ho sollecitato quando vedevo criticità nella manutenzione di Roma, e che mi hanno sempre risposto, dimostrando attenzione e intelligenza, il sindaco Gualtieri non risponde mai, un muro di gomma, impermeabile alle critiche», ha detto l’attore, «per questo motivo», ha spiegato, «sento di poterlo collocare, nella mia piccola graduatoria degli amministratori della Capitale, all’ultimo posto».

 


Eppure il sindaco ce la sta mettendo tutta per mostrarsi appetibile al pubblico virtuale, negli ultimi mesi è persino sbarcato persino su Tik Tok. Si è trasformato in un Manny Tuttofare per i social: geometra con il caschetto giallo e mappa in mano, rivenditore di mezzi per la pulizia urbana, archeologo, ma anche tifoso di Sinner e di calcio allo stesso tempo. E così per non buttare alle ortiche i lavoro dei social media manager lo staff del sindaco è corso ai ripari denunciando che alcuni post, si legge, «a partire dal 13 settembre presentano un numero significativo di account di provenienza estera, e non in linea con le normali attività di comunicazione Facebook del sindaco. Considerando che non abbiamo attivato sponsorizzazioni Facebook da ottobre 2021 ad oggi, chiediamo se questo sia legato a un’attività esterna di terzi che violi le policy e se c’è modo di risalire agli eventuali responsabili di tali attività».

Attendendo l’operato della polizia postale Fabrizio Santori, capogruppo della Lega al Comune di Roma, chiede che sia fatta chiarezza: «Vorrei capire se non con i fondi pubblici, in particolare con quelli destinati alla comunicazione, non sia stato attivato un processo di acquisizione dei follower e “mi piace”. Cercheremo di capirlo sia dal lavoro fatto dalla polizia postale sia con ulteriori accessi agli atti. Non mi stupisce», chiosa ironicamente, «che tanto apprezzamento sia espresso da cittadini stranieri che abitano dall'altra parte del mondo, non è facile trovare un romano soddisfatto di questi due anni pessimi». 

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