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Soumahoro? Per lui il buio è razzista e la luce appartiene all'uomo bianco

Alessandro Gonzato
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Nell’oscurità – diceva Kant – l’immaginazione lavora più attivamente che in piena luce. Soumahoro è il Maradona dell’immaginazione. L’ispirazione pare che gli venga di notte. Attenzione però: guai a parlargli del buio. Soumahoro ha paura? No. Ma per lui il buio è razzista, o meglio, è la nostra società a connotarlo negativamente, a differenza della luce, che appartiene all’uomo bianco. Prego? Eccolo, il deputato ivoriano, durante il suo ultimo intervento alla Camera: «Il razzismo si esprime attraverso il pensiero della “bianchetizzazione”, ed è quel pensiero che ritiene che la luce è bianca, mentre l’oscurità è nera».

In che senso? Aboubakar spiega. Ci prova. «L’ignoranza è nera, l’intelligenza è bianca. La capacità di elaborazione è bianca, mentre quando il nero inizia ad agire, a pensare, ad elaborare, a riflettere, viene circoscritto, esce dalla sua sfera di naturalità». Fermi tutti: Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra? Mi scusi, dei tre telefoni qual è come se fosse tarapia tapioco che avverto la supercazzola? Soumahoro come il Conte Mascetti di “Amici miei”? Non scherziamo. Ma lo spettacolo, a Montecitorio, è comunque di livello.

 

 

IRRESISTIBILE - «Allora», riattacca il deputato, «voglio parlare qui di come noi, la politica e il governo, intendiamo affrontare il tema della “bianchetizzazione” del pensiero, perché è quello stesso pensiero che si manifesta attraverso il linguaggio della politica quando utilizza il termine dell’equazione tra ciò che viene ritenuto civile, luce, e ciò che viene ritenuto buio, oscurità, cioè tutto ciò che si manifesta al di fuori del bianco. Sappiamo tutti presidente», ecco sentiamo, «sappiamo tutti, e il ministro converrà con me (Abodi, ndr), che siamo di fronte a una costruzione sociale che gerarchizza la società, che non riesce a dare una lezione ai bambini, quel mondo del calcio, i giovani, i piccoli» - riportiamo letterale - «che guardando ciò che avviene negli stadi si pongono la domanda “ma quand’è che avremo in Italia nei nostri stadi un allenatore nero, un arbitro nero?”».

IL DILEMMA  - Tutti i bambini in tribuna se lo chiedono: chissenefrega dei gol di Leao e Thuram! Quando avremo un guardalinee del Gambia? Scusa papà, perché quasi tutti i giocatori sono neri e l’allenatore è più pallido dell’ex ministro Roberto Speranza? Poi Soumahoro si dà al grande classico di lui che in parlamento è stato vittima «del verso della scimmia», ma non c’è mai stata una prova audio né video che lo testimoniasse.

 

 

Non c’è mai stato neppure nel resoconto stenografico di quella seduta. Le istituzioni mentono? Ce l’hanno con Aboubakar? Chissà. Intanto Soumahoro con l’immaginazione palleggia da fuoriclasse. L’immarcescibile onorevole torna sugli ululati contro il portiere del Milan, Maignan, il misfatto è di un mese e mezzo fa. Al solito, Abou, dipinge l’Italia come un covo di razzistacci. Tra i cinque “ululatori” di Udine c’era anche un ragazzo di colore, primo esempio di autorazzismo nei nostri stadi e forse non solo. Niente. Soumahoro è implacabile: «Gli stadi sono parte della società. Gli stadi sono pezzi della società, e la complessità della società è ciò che si esprime all’interno degli stadi». Quando poi si gioca col buio, di sera, è per ghettizzare quelle partite. «La ringrazio, presidente, lei ha detto che gli autori sono stati individuati, ma ancora siamo in attesa, da quasi un anno, dell’individuazione di chi ha avuto un linguaggio razzista nei miei confronti in quest’aula». È un’ossessione, come l’oscurità, il buio, la notte, la luce bianca.

IL LAMENTO - «Concludo, presidente, invitando il governo a istituire un codice etico contro il razzismo, non solo negli stadi, ma nella società, in questo parlamento». Dalla moviola, che ormai si chiama Var, non è emerso nulla, dicevamo. E però il deputato del gruppo (fritto) Misto insiste, come quei giocatori che protestano per tutta la partita. In Italia è scoppiato il problema della “bianchetizzazione”. L’allarme è di quelli da non sottovalutare. Poi... nel buio le tue mani/ d'improvviso sulle mie/ è cresciuto troppo in fretta/ questo nostro amor/ Lo stupore della notte/ spalancata sul mar/ ci sorprese che eravamo sconosciuti... Se te-le-fo-nan-do.... Il buio. La notte. Anche la grande Mina, dunque, era razzista?  

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