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Vincenzo De Luca, siamo alle comiche: vuole querelare Fitto

Francesco Storace
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Prima o poi uno psichiatra - ma bravo- si presenterà alla porta della regione Campania. E chiederà del governatore Vincenzo De Luca, perché ci vuole una bella visita. De Luca si è messo in testa di intasare i tribunali. Ce l’ha con Elly Schlein, che lo vuole cancellare dalla politica; e se la prende col centrodestra che fa il suo dovere. Semplicemente, la coalizione di governo, a differenza sua, mantiene gli impegni presi con gli elettori. Ieri De Luca ha annunciato di aver dato mandato – la classica formula utile per scordarsi ciò che dice – all’avvocatura regionale di querelare il ministro Fitto e un po’ di quotidiani.

«Mi diffamano» si è lamentato quello che insulta tutti un giorno sì, l’altro pure. Tra Meloni, Salvini e Sangiuliano nessuno è risparmiato dalla furia selvaggia e – quella sì – diffamatrice del governatore della Campania. Ma anziché finirci lui in tribunale, pretende di regolare i tempi della giustizia col suo avvocato. Non è un gioco di parole, ma Fitto che gli ha fatto? «Affermazioni false e calunniose diffuse in merito alla vicenda dei Fondi Coesione». «Il ministro», aggiunge De Luca, «dopo un oltre un anno e mezzo di tempo, perso fra verifiche, controverifiche, richieste di chiarimenti, richieste di integrazioni, richieste di precisazioni pretestuose, immotivate ed arbitrarie non avendo più nessun argomento con cui giustificare la sua clamorosa inconcludenza ed il suo ostruzionismo, ha adottato la strategia della confusione, della falsificazione, dei pretesti infiniti. Non è il caso di sottrarre più tempo al nostro lavoro. Non avendo il ministro mai avuto il coraggio di misurarsi in un confronto pubblico, non c’è altro da fare che rivolgersi alla magistratura, in attesa che il ministro stesso dia attuazione alla sentenza del Tribunale Amministrativo della Campania, che gli ha assegnato 45 giorni di tempo per concludere l'accordo di coesione con la Regione. Tutto il resto è fumo».

 

 

È che De Luca sa di aver sballato i conti e preferisce sparare (a vuoto) contro il resto del mondo. Non gliela manda liscia il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (Fdi) che gli ricorda un po’ di colpe non scaricabili ad altri: «Ha portato la sanità allo stremo, non spende i fondi Europei assegnati e non riesce a fare uno straccio di programmazione per avere i fondi di coesione, in una sorta di volontà masochistica di autodistruzione; e non trova di meglio che rivolgersi per la seconda volta alla magistratura penale per contestare un inesistente reato di diffamazione al ministro Fitto». È evidente che il presidente della Campania, non più giovanissimo, teme di perdere ogni chance di proseguire nel suo dominio della regione. Ma se li cerca – i guai - con un modo di procedere che dell’offesa all’avversario – di partito o del governo – fa il suo “stile”. Ormai non si sa più se prenderla in barzelletta ogni volta che De Luca parla; ma così frantuma ogni residua credibilità dell’istituzione che rappresenta. In questo caso, magari, farà bene a dimenticarsi il “mandato” all’avvocato, magari per evitare una brutta figura in tribunale. Perché Fitto ha parlato carte alla mano. E davanti ai giudici non si può più scherzare. Né insultare.

 

 

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