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Dossieraggio, Guido Crosetto: "Mi sono fatto un'idea, spero emergerà"

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Dello scandalo-dossier ne parla Guido Crosetto, il ministro della Difesa che è stato direttamente colpito dai papelli prelevati illegalmente dalle banche dati dell'Antimafia. Crosetto, da par suo, si è detto favorevole - ma non nell'immediato - a una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sulla vicenda, sulle veline arrivate ai giornalisti e, in particolare, al Domani di Carlo De Benedetti.

Il punto sulla situazione il ministro lo fa in un'intervista a La Stampa: "Mi sono fatto una mia idea e spero che emerga dal lavoro di Cantone, ma non la esporrò ora. Vedo un'agitazione molto diffusa, e non parlo degli indagati. In questi mesi sono stato attaccato con veline e articoli. Hanno cercato di spaventarmi e delegittimarmi", spiega Crosetto, lasciando intendere di avere idee piuttosto chiare su chi siano i mandanti della torbida operazione.

Sull'idea della commissione parlamentare d'inchiesta aggiunge: "Penso, come Carlo Nordio, che sia necessaria per ricostruire la credibilità delle istituzioni e per consentire al Parlamento di lavorare sugli strumenti legislativi con cui impedire altri abusi in futuro. Ma c'è un tempo per ogni cosa. Ora c'è l'indagine che sta portando avanti Cantone e l'idea di una commissione non deve depotenziarla, né fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia. La costituzione di una commissione d'inchiesta, poi, può richiedere tempi lunghi, anche perché spesso questi organi hanno fatto comodo a molti, in Parlamento, nello scontro politico", rimarca. 

In ogni caso, Crosetto spiega che a suo giudizio sia necessario intervenire anche da un punto di vista legislativo: "Alla luce delle falle emerse, anche nella sicurezza cyber, direi proprio di sì. Sarà compito del Parlamento", conclude il ministro.

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