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Stefania Fois: chi è la moglie sarda motore invisibile della vittoria di Marsilio

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Dietro ogni grande uomo, c’è una grande donna, e quelle cose lì che oggi non le puoi dire ché sanno troppo di patriarcato. «Certo che se l’aspettava da mo’, anche se questa notte non ha chiuso occhio. Anche se fino alle 3 non abbiamo abbandonato l’idea di andare a ballare».

Mentre Marco Marsilio celebra l’impresa della reconquista, sua moglie Stefania Fois se ne sta in un angolo della sala stampa nel Palazzo della Regione Abruzzo. Essendo nata ad Alghero (come osserva il marito per esaltare lei e cannoneggiare il governatore sardo Alessandra Todde) Stefania è davvero «l’unica sarda che ieri ha festeggiato». La signora, bionda, tailleur delle grandi occasioni, è impegnata in una compulsiva stretta di mani e baci sulla guancia. E racconta il lato B, quello familiare della notte al calor bianco del marito. Racconta del pranzo a base di ravioli stesi a mano con gli amici di sempre, gente comune, quelli del basket e i “Tocco Runners”, i maratoneti della squadra del marito. Spiega che ogni momento elettorale è stato scandito da una sua speciale «agendina dove segnavo, di volta in volta, dati e numeri in crescita».

 

 

Fois è laureata in economia con veloci incursioni nel mondo dell’arte. E poi la donna s’infila nel tunnel dei ricordi. Parla di quando, da componente dello staff di comunicazione di Gianfranco Fini, conobbe il marito. Entrambi militavano nell’ambiente rampelliano che si spostò verso l’Atreju delle sorelle Meloni che i coniugi Marsilio ricordano «la prima volta, spaurite come pulcini». Osserva il coniuge con l’occhio di quando era Capo segreteria della Commissione Trasporti alla Camera. È il motore invisibile della vittoria. 

 

 

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