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Abruzzo, Marsilio e il boom nella provincia dell'Aquila: dove ha stracciato M5s e Pd

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Non servono grandi analisi per capirlo: la vittoria di Marco Marsilio è maturata in un luogo ben preciso, nella provincia dell'Aquila. Il feudo di Fratelli d'Italia non ha tradito Giorgia Meloni. Qui, nel collegio dove il premier è stato eletto in Parlamento, il governatore del centrodestra ha stravinto con oltre il 60% dei consensi. 22 punti di distacco dallo sfidante che, in termini di voti, significano ben 33 mila preferenze in più. Un bottino maturato sia nel capoluogo governato dal sindaco di FdI Mario Biondi, ma soprattutto nei paesi della provincia.

Il margine finale in tutta la regione, dove Marsilio ha trionfato con il 53.5% contro il 46.5 di Luciano D'Amico, è stato di quasi 43 mila voti. Il che significa che la vittoria nella provincia dell'Aquila ha portato al centrodestra il 75% dei voti necessari per staccare la sinistra. Lì, grazie al radicamento territoriale di FdI e degli altri partiti di centrodestra, è stata costruita la vittoria. L'exploit nella provincia non è stato solo dei meloniani: Noi Moderati ha raggiunto addirittura il 7.1%, eleggendo la sua consigliera regionale. E, sebbene tutti sapessero della forza della coalizione in quel territorio, neppure D'Amico si sarebbe aspettato un divario simile: "“Il risultato nella provincia dell’Aquila era atteso, sicuramente non in queste proporzioni”.

 

 

Marsilio si è poi imposto anche nella provincia di Pescara con il 51.7% e in quella di Chieti con il 51.5%. L'unica provincia in cui D'Amico è riuscito a superare il governatore uscente è stata Teramo, dove il campo largo ha vinto per un pugno di voti, appena 500: 50.18 contro 49.82.

 

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