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Annalisa Cuzzocrea, sinistra nel panico: "In agonia, esiste un piano B?"

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Qualcuno forse comincia a rendersi conto che il campo largo è morto da tempo. La Basilicata e le divisioni in Piemonte sono solo la punta dell'iceberg di questa politica raffazzonata che urla al successo quando per uno scarto di 3.000 voti mette le mani sulla Sardegna e reputa solo locale la sonora batosta in Abruzzo. E ora chi in questi mesi ha sottolineato le virtù di alleanze, intrecci, di unioni e di coalizioni in pieno Prodi-style, ecco che comincia a porsi qualche dubbio.

L'editorialista e vicedirettrice de La Stampa, Annalisa Cuzzocrea in un commento apparso sul quotidiano di Torino fa a pezzi, di fatto l'idea di un campo largo in cui possano convivere tutti i protagonisti progressisti: "Eccole, le debolezze (del campo largo, ndr). La prima, candidati naturali che non vogliono esserlo, come l'ex ministro Roberto Speranza, che trova ingenerose le critiche piovutegli addosso in queste ore da una madre nobile dem come Rosy Bindi, ricorda a tutti il prezzo che ha pagato in termini di vita privata per aver condotto il Paese lungo l'incubo del Covid (minacce no vax comprese) e non capisce perché mai questo campo largo dovesse provare a salvarlo proprio lui".

Poi nel mirino ci finisce direttamente la Schlein: "La seconda, la zavorra che ancora il Pd si porta dietro, e che la gestione Schlein non ha minimamente intaccato, di interessi e potentati locali spesso in conflitto tra di loro senza cui non si possono fare i conti. Soprattutto se il gioco si fa duro come quando c'è qualche possibilità di vincere e quindi di spartirsi pezzi di potere". A questo punto arriva la botta su Conte e Calenda: "La terza, la vanità contrapposta di Conte e Calenda, che non riescono a uscire dalla loro personale zuffa per guardare agli interessi del Paese e continuano allegramente al grido di: ha cominciato prima lui". Insomma tre motivi, tre fattori, che rischiano, come la stessa Cuzzocrea ammette, di far saltare per aria qualunque intesa per il campo largo.

 

 

A questo punto arriva la sentenza finale: "Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra, che la politica la conosce da un po', ha detto a questo giornale che per il campo largo serve un regista. Ma il problema potrebbe essere che ce ne sono troppi, e che ognuno è perso dentro il suo film". A quanto pare nessuno dei leader in questione ha un piano b concreto per risalire la china. Così come da titolo, quello proposto per il fondo della Cuzzocrea: "Il campo largo in agonia. La sinistra ha il piano B?". Pare di no...

 

 

 

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