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Decaro, Piantedosi e la telefonata prima della sceneggiata: "Reazione esagerata"

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Matteo Piantedosi non si aspettava la reazione avuta dal sindaco di Bari Antonio Decaro di fronte alla decisione di avviare delle ispezioni al Comune per verifiche su eventuali infiltrazioni mafiose. Stando a un retroscena del Corriere della Sera, il ministro dell'Interno sarebbe rimasto piuttosto sorpreso dalle dure parole del primo cittadino, che ieri ha parlato di "atto di guerra" del governo, perché i due avevano avuto ben due contatti nell'ultima settimana: prima si sarebbero incontrati a Roma e poi avrebbero parlato al telefono. 

Pare, infatti, che martedì il titolare del Viminale abbia parlato al telefono cin il sindaco dicendogli che sarebbe stata avviata un'ispezione, già tirata in ballo nel corso di un colloquio avvenuto nei giorni precedenti nella Capitale. In quei giorni Decaro avrebbe chiesto a Piantedosi di non prendere iniziative e soprattutto di non procedere con lo scioglimento del suo Comune. Tuttavia, di fronte agli atti della maxi indagine condotta dalla Dda di Bari, con più di cento arresti, il ministro non avrebbe potuto fare altrimenti e lo avrebbe comunicato a Decaro al telefono. Il sindaco a quel punto avrebbe preso atto della scelta. 

Ecco perché poi la reazione del primo cittadino pugliese sarebbe stata definita dal Viminale "comprensibile, ma esagerata" dal momento che — come spiegato dallo stesso Piantedosi pubblicamente — "la nomina della commissione di accesso ha solo fini ispettivi ed è proprio per questo motivo finalizzata a verificare se ci siano gli estremi di un’ipotesi di scioglimento del Comune". Non ci sarebbe stato, dunque, nessun "atto di guerra" nei confronti di Decaro.

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