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Montanari: "Canfora e la Meloni neonazista? Ha detto cose dimostrabili"

Roberto Tortora
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Una nuova querela in arrivo da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nei confronti di uno dei suoi hater mediatici? Dopo che se l’è beccata lo storico e saggista Luciano Canfora, che l’aveva definita una “neo-nazista”, possibile che la vinca ora Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, intervenuto a DiMartedì, il talk di approfondimento politico e sociale di La7, condotto da Giovanni Floris.

Quando il conduttore, infatti, gli chiede un pensiero proprio sulla vicenda della querela a Canfora, Montanari rincara la dose e risponde senza peli sulla lingua: “Che i fascisti non possano parlare lo dice la Costituzione. Paolo Barile, allievo di Calamandrei che era un grande costituzionalista, diceva che la Costituzione ha spogliato i fascisti della libertà di espressione ed è l'unica opinione, quella fascista, che la Costituzione giudica un crimine”.

Su Canfora, poi, è ancor più diretto: “Meloni ragiona come una neonazista? Canfora ha detto cose dimostrabili, lo ha detto in maniera forte, ma sono sicuro che da quel grande filologo che è in tribunale saprà argomentare. Se io dico – spiega Montanari - che le parole con cui si parla di sostituzione etnica da parte di esponenti di questa maggioranza sono le stesse che usava Hitler nel Mein Kampf  lo posso dimostrare con i testi. Io credo che si debba poter parlare e si debba poterlo fare contro chi è al governo, questo sta alla base di un sistema democratico”.

Questo il passaggio dell’intervento di Luciano Canfora, durante un dibattito sulla guerra in Ucraina tenutosi in un liceo di Bari nell’aprile del 2022, che ha innescato la querela da parte di Andrea Delmastro, all’epoca legale della Meloni, quest’ultima ancora non nei panni di premier: “… Anche la terribilissima e sempre insultata, poveretta, leader di quel partito di destra che si chiama Fratelli d'Italia (come se in Francia ci fosse la Marsigliese come partito politico), trattata di solito come una mentecatta, pericolosissima ecc., siccome, essendo neonazista nell'anima si è subito schierata con i neonazisti ucraini, è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta naturalmente di quel ruolo. Non fa parte della maggioranza di governo attuale - aveva aggiunto in quel momento - ma è una pedina esterna molto comoda per dimostrare che il Paese è unito”.

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