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Guardia Costiera, la risposta alle accuse di Damilano: "Nella mail nessuna novità"

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Un "livello politico" nella gestione degli eventi migratori in Italia? "La terminologia utilizzata nella mail dal collega, strumento informale proprio perchè non disponeva alcuna novità in materia Sar, ha portato a indicare in modo improprio il termine ’livello politico' per far meglio comprendere ai colleghi che non si trattava di un’indicazione tattica di modifica delle modalità operative della Guardia costiera nelle attività di soccorso, bensì di policy adottate in caso di attività di polizia in mare. Si trattava, in sintesi, di una comunicazione che non conteneva nessuna novità in materia del soccorso in mare", spiega la Guardia costiera in relazione ad alcune notizie riguardanti un documento mail originato nel giugno 2022 dall’Imrcc - Centro operativo nazionale Guardia costiera. Insomma, non ci sarebbe nessuna ingerenza politica nella definizione delle regole di ingaggio per gli interventi in mare, come si presterebbe invece a far capire il documento mostrato su Raitre nel corso della trasmissione "Il cavallo e la torre" di Marco Damilano, che parrebbe assegnare una priorità alle operazioni ’di polizia' della Guardia di finanza, rispetto a quelle della Guardia costiera che ha unità navali più adatte agli interventi di salvataggio in condizioni particolarmente difficili, condizioni meteo-marine come quelle che otto mesi dopo quella mail segnarono la strage di Cutro. Ma è una lettura che viene esclusa dalla Guardia costiera che assicura che non esiste nessuna novità in materia Sar.

"La gestione del fenomeno migratorio in mare - sottolinea in una nota la Guardia costiera - a causa della sua complessità ha da sempre richiesto un coordinamento continuo tra ogni autorità che opera in tale scenario, non solo legato alle attività in mare. Tale coordinamento avviene attraverso il ’tavolo tecnico di coordinamento' istituito nell’ambito dell’Accordo tecnico-operativo per gli interventi connessi con il fenomeno dell’immigrazione clandestina, previsto sin dal 2003 con il Decreto interministeriale del 14 luglio ’Disposizioni in materia di contrasto dell’immigrazione clandestina".

Il Tavolo, presieduto da rappresentanti della Direzione centrale dell’immigrazione del ministero dell’Interno, vede partecipare rappresentanti di forze armate e forze di polizia e si riunisce periodicamente per analizzare e coordinare le attività connesse al fenomeno, valutare "eventuali cambiamenti di tipologia dei flussi e analizzare eventi specifici per individuare potenziali miglioramenti". Il documento del 27 giugno 2022 "è stato quindi originato a seguito di uno di questi periodici tavoli operativi, per informare i Comandi territoriali dipendenti dei punti trattati e delle determinazioni cui si era giunti". Nel dettaglio, assicura la Guardia costiera, le tematiche trattate riguardavano "esclusivamente aspetti di polizia" afferenti alla "zona contigua" e al potere di polizia nella fascia tra le 12 e le 24 miglia dalla costa "e dunque non incideva (come mai è accaduto e mai potrebbe accadere) sulla funzione del soccorso e della salvaguardia della vita umana in mare, che è di diretta competenza della Guardia Costiera ed è disciplinata da norme di legge internazionali e nazionali, chiare ed oggettive. L’estensione degli esiti del tavolo alle sale operative della Guardia costiera aveva, dunque, lo scopo di far conoscere le modalità di gestione delle attività di polizia che avrebbero potuto coinvolgere, solo in modo concorsuale, anche i mezzi del Corpo qualora richiesto dalle autorità competenti (Guardia di finanza sino alle 24 miglia dalla costa e Marina Militare in alto mare)". 

 

 

 

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