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Capezzone, "sapete chi è l'avvocato di Canfora? Proprio lui..."

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"A qualcuno sfogliando i giornali di oggi verrà una botta di nostalgia, ad altri  un inqietante déjà-vu, della serie io questa scena l'ho già vista". Daniele Capezzone, nella sua "Occhio al caffè", rassegna politicamente scorrettissima di Libero, non può non cominciare parlando di Mario Draghi e della sua quasi auto-candidatura alla presidenza della Commissione Ue.

"Era la conferenza di fine anno del 2021 - ricorda il direttore editoriale di Libero - e Draghi entrò in sala stampa facendo scoppiare un applauso prima ancora che lui dicesse 'buongiorno'. Un giornalista del Sole 24 Ore disse 'se non ci fosse lei saremmo terrorizzati'. Ecco, siamo di nuovo qua, ma in Europa".

"Draghi da molte settimane fa interventi pubblici, de facto candidandosi a vari incarichi istituzionali europei. Meno probabile la presidenza della Commissione Ue, più probabile quella del Consiglio europeo, su una linea ultra-federalista e di integrazione europea. E vai di applausi, 'Mario salvaci tu'. Si distinguono solo Libero con titolo simpatico e analisi liberale classica di Mario Sechi e l'articolo di Claudio Antonelli sulla Verità con il problema dei fondi privati per le transizioni green". Sui giornali è tutto un "frustata", "scossa" e "whatever it takes", "un lirismo draghiano, con violini e tromboni ben assortiti", chiosa Capezzone.

"Molto male l'irruzione degli studenti al Rettorato della Sapienza e le botte alla polizia, a Roma", procede Capezzone nella sua rassegna per poi passare alla incredibile censura dei conservatori europei con la conferenza bloccata a Bruxelles. "E intanto arriva in città il circo del 25 aprile, con l'Anpi sul piede di guerra e il professor Canfora che forse vuole pure un premio per l'aver dato della neonazista alla Meloni. Ieri, davanti al Tribunale di Bari, è stato accolto dalle bandierone della Cgil e dell'Anpi. E sapete chi è l'avvocato difensore di Canfora? Proprio lui, Laforgia, il candidato sostenuto dai grillini a Bari. Se non parlassimo di cose serie ci sarebbe da ridere".

 

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