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Gli antifascisti come Scurati sono i campioni della censura

Pietro Senaldi
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Ho letto, come tutti, il discorso censurato di Antonio Scurati pubblicato sulla pagina Facebook di Giorgia Meloni; e già questo dovrebbe suonare come una contraddizione in termini.

Lo scrittore spiega che Giacomo Matteotti cent’anni fa venne ucciso dai fascisti, ed è un dato storico; poi attribuisce le stragi naziste delle Fosse Ardeatine e di Marzabotto anche alla complicità dei fascisti, benché il fascismo fosse già caduto quando furono perpetrate, e già questa è una realtà più nebulosa.

 

 

 

Ma il punto non sta qui, anche perché Scurati, bontà sua, riconosce alla Meloni di aver condannato le efferatezze del regime, e quindi non si capisce a che scopo le ricordi per attribuirgliene un’inesistente responsabilità morale.

 

 

 

L’accusa alla premier è di non dirsi antifascista, autoproclamazione che secondo i Pepponi dei giorni nostri dovrebbe essere ripetuta da tutti ogni anno in prossimità del 25 aprile (...)

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