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Piero Fassino, le parole in aeroporto dopo l'accusa di furto: "Ne compro due"

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Piero Fassino non ci sta a passare per ladro e neanche per cleptomane. Lui quel profumo che gli hanno visto mettere in tasca al duty free dell'aeroporto di Fiumicino facendo scattare una denuncia a suo carico, voleva comprarlo per sua moglie. "Sono stupito per un episodio che pensavo di aver già chiarito con i responsabili" ha dichiarato il deputato del Pd al Fatto Quotidiano che ha reso pubblica la sua disavventura. Poi ha spiegato che "si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto (aver appoggiato il profumo in tasca, ndr) segnalandolo a un agente di polizia". "Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di un boccettino di profumo", ha puntualizzato Fassino. 

Il problema è che il dem, secondo la ricostruzione del giornale di Marco Travaglio, "con il cellulare in una mano e il trolley nell’altra (e il profumo in tasca), – forse distratto dalla telefonata – si sarebbe allontanato oltre le casse, cosa che ha fatto scattare l’allarme anti-taccheggio, richiamando così l’attenzione della vigilanza e, conseguentemente, la segnalazione alla polizia". Fassino ha invece sostenuto di essere stato bloccato dal vigilante appena aveva messo il profumo in tasca. Sembra che si sia stata anche una discussione (pacata secondo i testimoni) fra il deputato e gli addetti alla sicurezza durante la quale si sarebbe offerto di comprarne addirittura due profumi proprio per dimostrare la sua buona fede. A quel punto agenti e vigilanti hanno voluto rivedere la scena ripresa dalle videosorveglianza e hanno convinto i responsabili del duty free a sporgere denuncia contro il parlamentare, querela affidata appunto alla Polaria.

 

 

 

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