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25 aprile, vip rossi in piazza per liberarsi del governo

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I vip in piazza. I soliti, ovviamente. Col pugno chiuso si ritroveranno in piazza a Milano per dipingere il regime, attaccare il governo e anche rendersi un po’ ridicoli. Il 25 aprile milanese non dovrà temere censure dell’informazione, tutte le tv saranno a disposizione soprattutto alla ricerca dei volti più noti, la grande stampa pubblicherà le loro fotografie a tutta pagina. Sono i capi della ribellione al fascismo che non c’è. Assieme a partigiani nati dopo la guerra, a partire dal presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Urla al vento contro il pericolo inesistente, si schiereranno come un sol uomo per combattere la guerra che è finita ottanta anni orsono.

Ma non si sa mai, da Palazzo Chigi si vedono brutti ceffi e loro devono essere pronti alla sacra battaglia. Su tutti, nella commozione generale, campeggerà il volto triste di Antonio Scurati, reduce da una formidabile censura che ha regalato – sì, gratis – il suo celebre monologo a decine di milioni di italiani. Il tutto il sabato prima del voto lucano, ma ahiloro non è servito a niente. Ancora una volta nelle urne non li hanno visti arrivare nonostante la minaccia sulle gloriose camice nere di Lucania. Non c’erano, però. Scurati avrà comunque su di sé lo sguardo della folla: è quello o quell’altro?, si chiederanno dalla piazza indicando il palco. Se ne accorgeranno solo quando sentiranno la sua voce sussurrare di essere «in piazza contro metodi fascisti di membri del governo e fiancheggiatori». E vai a capire chi sono i fiancheggiatori. Fontana o La Russa?, chi dei due presidenti delle Camere è più pericoloso? Ma niente domande, se lo dice Scurati è sicuramente vero e saprà lui indicare la strada giusta per la libertà (...).

 

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