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Antonio Scurati osannato in piazza tra una rissa e l'altra

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Maglioncino blu con le maniche alzate, un garofano rosso in mano (simbolo del Partito Socialista Italiano nelle cui fila militava Giacomo Matteotti) e la retorica antifascista che sgorga incessante, parola dopo parola, dal famigerato monologo. Piazza Duomo, al termine del corteo del 25 aprile, diventa il palcoscenico perfetto per il censurato immaginario, osannato dai radical chic da ztl. Antonio Scurati è il nuovo guru del Partito Democratico. Finita la lettura del testo-comizio, la sbrodolata contro il governo post-fascista per cui lo scrittore avrebbe chiesto 1.800 alla Rai per mettersi a favore di telecamera, prima di essere cancellata dai palinsesti, ecco il caloroso abbraccio con Elly Schlein. A favore di fotografia, s’intende. C’è complicità. È l’intellettuale perfetto da sbandierare a poco più di un mese dalle Europee, per la segretaria Pd alla disperata ricerca di consensi per non annaspare tra le mille correnti dem. Perché le liste sono ormai quasi chiuse, altrimenti stai a vedere che sarebbe potuta scapparci anche una bella candidatura... (...)

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