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Rai contro Usigrai: "Sciopero a un mese dalle europee, motivazioni ideologiche"

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Esplode lo scontro tra la Rai e il sindacato interno Usigrai, un botta e risposta dai toni forse mai così duri. Alla vigilia dello sciopero proclamato dall'Usigrai sono stati diffusi sulla tv pubblica il video nel quale il sindacato spiega le proprie ragioni e quello con la replica dell'azienda.

"Domani i giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoro per protestare - spiega il sindacato dei giornalisti Rai - contro le scelte del vertice aziendale che accorpa testate senza discuterne col sindacato, non sostituisce coloro che vanno in pensione e in maternità facendo ricadere i carichi di lavoro su chi resta, senza una selezione pubblica e senza stabilizzare i precari, taglia la retribuzione cancellando unilateralmente il premio di risultato. Ma non solo, in questi giorni è diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 aprile (il riferimento è al caso di Antonio Scurati a Che sarà, su Rai 3, prima della festa della Liberazione, ndr) salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica. Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l'autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti".

Come detto, dai vertici di viale Mazzini arriva una risposta da muro contro muro: "La decisione del sindacato Usigrai di scioperare su motivazioni che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche". Nel merito delle contestazioni Usigrai, si sottolinea che: "alcuna censura o bavaglio è stato messo sull'informazione e si invita l'Usigrai a cessare di promuovere fake news che generano danno all'immagine dell'azienda. L'azienda ha proceduto all'adeguamento del sistema premiante dei giornalisti a quello di tutti gli altri dipendenti. L'impossibilità nell'attuale quadro economico di aprire nuovi concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche a fronte di un organico di oltre 2.000 unità mentre si rendono invece necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l'organico esistente. In questa direzione vanno le razionalizzazioni approvate dal Cda Rai".

"Lo sciopero del sindacato Usigrai a un mese dalle elezioni europee - conclude il video - oltre a impoverire l'offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all'informazione, caposaldo della democrazia". A proposito di strumentalizzazioni politiche, arriva rapidamente il commento di Sandro Ruotolo, storico giornalista di Rai 3 a fianco di Michele Santoro e oggi responsagile Informazione della segretaria del Pd, scelto dala segretaria Elly Schlein. "Non era mai successo che i vertici aziendali delegittimassero il sindacato più rappresentativo della Rai, l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti. Sta accadendo in queste ore, ma fa parte di una strategia più complessiva dei vertici di Telemeloni di screditare chi si oppone alla propaganda meloniana tacciando il sindacato dei giornalisti di fare politica e di danneggiare l'azienda. Vertici aziendali che hanno anche sostenuto la nascita di un sindacato giallo che ricorda tanto quel sindacato giallo della Fiat di Vittorio Valletta (il riferimento, sprezzante, all'Unirai, ndr). Noi stiamo dalla parte dei giornalisti in lotta, di quelli con la schiena dritta che non si fanno intimidire da nessuno e che tengono a distanza la politica, quella di governo ma anche quella dell'opposizione". 

 

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