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Giovanni Toti ai domiciliari? Tempi, l'arresto e il "via" all'indagine: cosa non torna

Maria Pia Petraroli
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L'accusa è di aver ricevuto denaro per agevolare pratiche edilizie per due supermercati di Esselunga, velocizzare il rinnovo di concessioni portuali e trasformare spiagge da libere a private: per questo il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato questa mattina su disposizione della procura di Genova. Secondo gli inquirenti, il governatore, ora ai domiciliari, avrebbe accettato e ricevuto 74.100 euro da due imprenditori del settore logistica e immobiliare, Aldo e Roberto Spinelli, in cambio di agevolazioni nei loro confronti in più ambiti. Corruzione, insomma.

Secondo la Procura, in particolare, Toti si sarebbe adoperato per "trovare una soluzione" che consentisse la trasformazione della spiaggia di Punta Dell'Olmo "da libera a privata"; avrebbe fatto in modo di sostenere "l'iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell'Olmo pendente presso gli uffici regionali"; si sarebbe dato da fare per "velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse" alla "Terminal Rinfuse Genova Srl", società controllata al 55% dalla Spinelli Srl; si sarebbe impegnato per assegnare a Spinelli gli spazi nel porto "ex Carbonile Itar e Carbonile Levante" e un'area demaniale in uso a Autostrade. Infine, avrebbe aiutato l'imprenditore "nella pratica del tombamento di Calata Concenter".

E non è tutto. Perché, in concorso con il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, è stato accusato anche di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un "finanziamento illecito" per il "pagamento occulto" di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo di Genova per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022. In cambio Toti avrebbe promesso di sbloccare delle pratiche relative all'apertura di due supermercati Esselunga a Sestri Ponente e Savona.

Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti del governatore, il gip di Genova ha scritto che "in occasione e in concomitanza delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite" in 18 mesi dal 2021 al 2022 "Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione e i propri poteri per favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori". I fatti per cui Toti è finito agli arresti domiciliari, insomma, risalgono a ben tre anni fa.

 

 

 

LE REAZIONI
Proprio i tempi delle indagini hanno sollevato qualche dubbio nel mondo della politica. Perplesso il ministro della Giustizia Carlo Nordio: "Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all'imminenza delle elezioni" ma "se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l'indagine". 

La misura cautelare emessa nei confronti di Toti, quella dei domiciliari, scatta in presenza di gravi indizi di colpevolezza o di pericolo di fuga, pericolo di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Elementi che in genere portano all'applicazione di una misura cautelare in tempi brevi. Di qui i dubbi del Guardasigilli: "Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l'inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro". 

Enorme stupore è stato espresso anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto: "Ho l'abitudine di leggere le carte, e quando ho letto le contestazioni a Toti non ho ben capito. Tutti pensano che sia stata messa in arresto una persona che ha preso dei soldi per se stesso. Quando poi si scopre che li ha presi regolarmente denunciandoli per una campagna elettorale diventa difficile capire come faccia ad essere un corrotto. Si è autodenunciato con i soldi della campagna elettorale?". Poi ha condiviso i dubbi espressi da Nordio: "Il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono i motivi per cui si può arrestare, ed è difficile possano ancora sussistere" a distanza di "tanti anni dall'evento che si è verificato e dalle indagini". 

Interpellato sulla notizia, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha commentato in maniera simile: "Le accuse per Toti sono pesanti. Ho letto che è così, ho visto che queste lunghe indagini, credo d'aver capito tre anni, si concludono a 20 giorni dal voto con importanti arresti, abbiamo fiducia nella magistratura. Auspichiamo che il presidente Toti possa dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma ovviamente possiamo solo guardare a quello che accade e cercare di comprendere le ragioni che hanno portato a questa situazione".

LE CONSEGUENZE
La notizia dell'arresto di Toti ha, come prevedibile, scatenato le opposizioni, che non hanno perso tempo a chiedere le sue dimissioni da presidente di Regione. Intanto, come previsto dalla legge, Toti è stato sospeso dalla funzione ed è stato sostituito pro tempore in tutte le sue funzioni dal vicepresidente nella pienezza dei poteri. "Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell'esclusivo interesse della Liguria - ha commentato il vicepresidente della Regione Alessandro Piana -. Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati".

 

 

 

I PRECEDENTI
Chi, dall'opposizione, grida allo scandalo intimando le dimissioni del governatore riporta alla mente tante altre gogne a cui in passato sono stati esposti altri politici. Basti pensare, per esempio, al caso di Gianni Alemanno, la cui credibilità è stata minata da anni di accuse per l'inchiesta nota come "mafia capitale". Anche se poi molte di quelle accuse sono praticamente crollate. 

Altro caso, come ricorda il Secolo d'Italia, è quello di Ottaviano Del Turco, finito nel vortice della Sanitopoli abruzzese da presidente della Regione. La sua vicenda giudiziaria, andata avanti per un decennio, si è poi chiusa con la caduta di tutti i reati contestati: corruzione, concussione, truffa, falso e associazione a delinquere. Alla fine è stato ritenuto colpevole di "induzione indebita a dare o promettere utilità" e condannato a 3 anni e 11 mesi. Infine il caso di un altro ex governatore ma della Campania, Antonio Bassolino, prima diventato l'emblema della peggior corruzione e poi, una volta assolto, dimenticato da tutti.

 

 

 

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