Cerca
Cerca
+

Meloni, la maturità al ritmo dei Guns N' Roses. E la sua foto a Roma finisce a testa in giù

Esplora:

Meloni racconta l'adolescenza in classe: "In lingue andavo molto bene, ascoltavo tante canzoni". Intanto a Roma la sua foto finisce a testa in giù

Andrea Valle
  • a
  • a
  • a

Compagni ancora in azione. Il manifesto elettorale di Giorgia Meloni finisce a testa in giù. L’hanno affisso capovolto su un autobus di Roma, e con lei nella foto c’è il capodelegazione di Fratelli d’Italia al parlamento europeo, Nicola Procaccini. Era già successo pochi giorni fa, a Genova, dov’era toccato al viceministro leghista Edoardo Rixi viaggiare sottosopra su un bus. «È un gesto vigliaccio e odioso», ha commentato Procaccini, che però ha usato l’ironia: «Ci hanno preso in parola. Noi l’Europa vogliamo davvero capovolgerla. Per fortuna né io è Giorgia abbiamo problemi di cervicale e il messaggio è arrivato lo stesso forte e chiaro: l’Italia cambia l’Europa, anzi, la capovolge». I soliti democratici hanno messo la premier a testa in giù, ma lei almeno non è mai finita dietro la lavagna, a differenza dei soliti somari.

RICORDI
Al sito Skuola.net Meloni ha parlato dei suoi trascorsi in classe, ma partiamo dalla notizia politica più importante che ha fornito al sito, e cioè che in Europa è disposta ad andare all’opposizione: «In coalizione non posso stare con la sinistra, né in Italia né a Bruxelles». O la maggioranza è «compatibile» o nulla. «E con i Popolari?» - il gruppo di Forza Italia per intenderci- le hanno chiesto. «Con tutto quello che è di centrodestra le sinergie si trovano, ma se io e la sinistra proviamo a lavorare insieme dobbiamo sempre lavorare al compromesso», eccolo il punto, «perché abbiamo una visione diversa, e il compromesso si fa sempre al ribasso, com’è avvenuto in Europa in questi 5 anni». La premier ha ribadito: «O riesci a costruire una maggioranza compatibile e che può dare una visione all’Europa, di cui ha bisogno per il caos in cui ci troviamo, oppure la maggioranza la faranno gli altri e io difenderò gli interessi nazionali senza far parte del parlamento europeo». Per lei nessuna maggioranza «arcobaleno». Ursula von der Leyen? «Tutti parlano del presidente della Commissione, ma il punto non è chi ricopre il ruolo, ma quale maggioranza lo sostiene». Questa la Meloni nel ruolo di presidente del Consiglio, e ci torniamo. Ma com’era la Giorgia studentessa al liceo linguistico? «Media alta, condotta bassa. Secchiona non è la parola esatta però, non è che studiassi tanto, anche se andavo bene. Con la “riforma Valditara” non mi avrebbero bocciata, in condotta avevo 7 nel primo quadrimestre e 8 il secondo. Ero la classica che si chiudeva la sera prima di un’interrogazione, studiava mezzo programma e poi arrivava preparata». La materia indigesta? «Matematica... Infatti ho un problema con mia figlia, che mi chiede di aiutarla». Materia preferita? «Lingue. Avrei voluto fare l’interprete. Sono autodidatta: film in lingua originale e musica.

 

 


Ho imparato le lingue anche grazie alla musica... Adoravo Micheal Jackson, dovevo capire le canzoni. “Man in the mirror”, continua il presidente del Consiglio, «era la mia preferita». “Man in the mirror”, “Uomo allo specchio”. Fa così: Se vuoi rendere il mondo un posto migliore/ dai uno guardo a te stesso e fa quel cambiamento. La canzone della maturità è stata “November rain” dei Guns n’Roses, «l’unica di cui ho fatto un’intera cassetta in loop (dall’inizio alla fine, ndr) su due lati». Il testo parla dei momenti di crisi e delle difficoltà di una relazione sentimentale. Torniamo alla politica. «Vengo tacciata di essere “nemica di” perché non sono favorevole alle adozioni da parte delle coppie omosessuali, ma non sono favorevole banalmente perché ritengo che uno Stato debba occuparsi dei più deboli e che sia sbagliato dire a un bambino per legge che non avrà un padre e una madre. Io», ha sottolineato, «sono cresciuta senza uno dei genitori, so cosa vuol dire». Capitolo “utero in affitto”: «Non sono d’accordo con la maternità surrogata perché penso che il corpo delle donne non si compri, e che i bambini, non si comprino».

LA SINISTRA
Poi il passaggio che ha scatenato le solite accuse di fascismo e quant’altro: «Nel simbolo di Fratelli d’Italia», ha detto la premier, «c’è la scritta “Giorgia Meloni” perché ci deve stare. C’è la fiamma tricolore, lo storico simbolo che accompagna i partiti della destra della storia repubblicana, prima il Movimento Sociale italiano poi Alleanza Nazionale. Siccome noi andiamo in continuità con quella storia, l’abbiamo stilizzata e ripresa». La conversazione va sul “Green Deal”: «In Italia abbiamo avuto tutta l’industria dell’auto, poi a un certo punto arriva l’Europa e dice “dal 2035 basta con i motori a scoppio, tutto elettrico”. Vuol dire ammazzare qualche centinaio di migliaia di posti di lavoro in Italia». Alternative? «Facendo andare i motori a combustione con i biocarburanti che non inquinano e che sono un modo di lavorare con quel tipo di tecnologia». La premier ha risposto pure sull’immigrazione: «L’Europa può fare molto e in parte lo ha fatto grazie al governo italiano. Quando sono arrivata in Europa si parlava solo di come redistribuire i migranti illegali...».
Meloni a tutto campo. «La cosa di cui vado più orgogliosa sono i dati sull’occupazione in cui abbiamo toccato un record storico, siamo saliti a 600mila lavoratori in più, penso anche all’aumento dell’occupazione femminile». Un voto al governo? «In centesimi, 75. Si deve sempre migliorare». Agli asini degli autobus, invece, non basterebbero dieci corsi di recupero. Chiediamo scusa agli asini.

Dai blog