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Capezzone e il 2 giugno, "l'imbarazzo della Schlein per la secessione Pd"

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Ultimi 5 giorni di campagna elettorale: "Per fortuna, ultimi 5 giorni di caz***e poi passeremo a caz***e di tipo diverso". Non trattiene l'entusiasmo Daniele Capezzone nel suo "Occhio al caffè", la rassegna politicamente scorrettissima di Libero

"La giornata di ieri sarebbe potuta vivere sulle clamorose gaffe della sinistra. Il 2 giugno incredibilmente il Pd si organizza una manifestazione per conto proprio, una specie di secessione, e per l'imbarazzo hanno dovuto derubricarla... Non solo, nella mattinata i loro pargoli da loro coccolati di Ultima generazione hanno provato a bloccare la parata di Mattarella mentre Giuseppe Conte aveva sparacchiato un paragone tra premierato e autocrazia di Putin. C'era materia per prenderli a pallate se non che il centrodestra è riuscito nell'impresa a mettersi dalla parte del bersaglio avendo peraltro ragione. Diceva Totò a Peppino: l'hai presentato male l'affare".

Il referimento è alle parole del leghista Claudio Borghi, che ha chiesto le dimissioni del presidente Mattarella. Nel merito, vale a dire sovranità, poteri europei e nazionali, "a mio avviso aveva ragione. C'è chi vuole più Europa e chi, legittimamente e forse esprimendo una sensibilità maggioritaria, pretende che l'ultima parola sia per i singoli Stati. Dov'è che però scatta l'ingenuità di Borghi? Nell'attacco a Mattarella. Evocare le dimissioni del Capo dello Stato il 2 giugno significa mettersi un bersaglio in fronte. La Lega si è messa sulla difensiva, in serata è arrivata la precisazione di Salvini ma oggi i corazzieri di carta sono tutti schierati: Corriere, Stampa, Repubblica, Marzio Breda che combatte, Cappellini, e dalla trincea di Montecarlo arriva anche la corazziera Flavia Perina".

 

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