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Giuseppe Conte, ora 14.41: ancora nessuna parola. E Toninelli lo pugnala: caos-M5s

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Il Movimento Cinque Stelle è sotto choc. I grillini infatti hanno sbattuto sul muro della realtà. I tour in teatro, i documentari al cinema con Conte a promettere il reddito di cittadinanza europeo non sono serviti a nulla. Infatti i 5 Stelle si sono fermati sotto il 10 per cento inchiodando al 9,9. Un risultato drammatico che mette in discussione proprio la leadership di Giuseppi. Il Pd ha letteralmente divorato i Cinque Stelle e la prima cosa che ha fatto Elly Schlein questa mattina è stata quella di rivendicare la guida del campo progressista e delle opposizioni: "Un messaggio alle altre forze di opposizione? Sapete che non ho mai fatto polemica con le altre forze di opposizione e non intendo farlo ora. Posso solo dire che quando sono arrivata i rapporti di forza erano altri mentre oggi il Pd è saldamente e per distacco la prima forza di opposizione, e per questo sente una maggiore responsabilità nella costruzione dell’alternativa".

Insomma un messaggio chiaro: i 5 Stelle non sono più in lizza per guidare l'eventuale opposizione con una leadership nelle mani di Giuseppe Conte. E un segnale in questo senso arriva forse dal più "scorretto" dei grillini, l'ex ministro Danilo Toninelli che ha già bombardato il leader 5 Stelle: "Conte è un tecnico. Bisogna avere il coraggio di dire che è una brava persona, ma i tecnici non hanno capacita' di emozionare", afferma ai microfoni di Radio Cusano Campus per 'L'Italia s’è' desta'. Il problema, osserva ancora, è che "manca Beppe Grillo. Lui faceva sognare, entusiasmava le persone che, emozionandosi o incazzandosi, partecipavano e partecipando andavano a votare".

"Il M5s - riprende - era forte, noi dicevamo concretamente non siamo ne' di destra ne' di sinistra perché siamo programma, idee, un contratto di governo. Univamo le persone al di la' delle ideologie politiche, sulle idee di un programma. Questa programmazione del futuro e' venuta meno all'interno del M5s che - osserva ancora - si e' politicizzato e in quanto tale ha dovuto sostituire le idee con la tattica, e la tattica lo ha portato in un campo di centrosinistra definito con un aggettivo imbarazzante che non significa niente, che e' 'progressista', e di conseguenza è stato identificato dalle persone come un partito percepito come gli altri". Insomma, "non e' più' un partito rivoluzionario", analizza ancora Toninelli. E attenzione, le voci critiche contro Giuseppe Conte non finiscono qui. "Adesso siamo soci di minoranza del Pd a tutti gli effetti”, afferma un pentastellato col Corriere della Sera. “Così – dicono – ci azzanneranno. Finalmente capiranno gli errori – sentenziano alcuni 5s – e forse ci ascolteranno”. Insomma la temperatura all'interno dei Cinque Stelle è abbastanza alta e Giuseppi rischia in prima persona. E alle 14.41 (mentre l'orologio corre) tutti i leader hanno già parlato, ma Conte è rimasto in silenzio. Forse tutto ciò vale più di mille parole...

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