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Guido Crosetto, lezione ai leader Ue: "Il problema sono i temi. Come la Cina"

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"Il tema non è, e non dovrebbe esserlo mai, in verità, nominalistico, cioè limitarsi a scegliere dei nomi, per quanto importanti o altisonanti possano essere": Guido Crosetto lo ha detto, intervistato dal Sole24Ore, a proposito delle trattative in corso a Bruxelles per scegliere i nuovi vertici all'indomani delle europee. La cena informale di ieri non ha portato a nessun accordo. E non tutti, Giorgia Meloni in primis, avrebbero condiviso il metodo del "pacchetto preconfezionato". 

Secondo il ministro della Difesa, "il tema, mai come oggi, è scegliere il programma del prossimo governo della prossima Unione Europea". Dunque, non nomi ma programmi. "La futura commissione europea e il futuro assetto delle istituzioni europee - ha proseguito Crosetto - in questo momento non hanno bisogno di velocità, ma hanno bisogno di compattezza, hanno bisogno di ragionamento, hanno bisogno di profondità". 

"Il problema fondamentale non è dire 'facciamo presto, facciamo presto'. Il punto non è esibire la scelta di nomi fatti in un giorno, la cosa fondamentale è capire quale sarà il percorso che vogliamo far intraprendere all'Europa nei prossimi anni", ha spiegato ancora Crosetto, facendo così un ragionamento diverso da quello di alcuni leader europei, come Macron e Scholz, la cui intenzione sarebbe invece quella di chiudere subito la partita sui nomi dei prossimi presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio europei nonché dell'Alto rappresentante.

Crosetto ha fatto notare che "abbiamo problematiche aperte di cui non si è più parlato da troppo tempo: riguardano il nostro sviluppo economico, il nostro sviluppo industriale, lo sviluppo della nostra stessa sopravvivenza come continente". A tal proposito ha proposto un esempio: "Per citarne uno, la dipendenza europea dalla Cina. L'Europa dipende al 100% dalla Cina per le terre rare pesanti, dipende al 97% dalla Cina per il magnesio, dipende al 79% dalla Cina per il litio. Potrei andare avanti, dato che persino per la grafite l'Europa dipende al 40% dalla Cina. Ecco che, come si vede, per tutte le materie prime su cui poggia il futuro, quello dell'industria, della ricerca, dei supercalcolatori l'Europa dipende dalla Cina. È chiaro che questo non può non essere un tema, e anche drammatico, dall'enorme portata geopolitica, dell'agenda futura della commissione". 

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