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Licia Ronzulli sul fallimento di Calenda: "Mi chiamano Cassandra, lo ho detto nel 2022"

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"Diciamo che non sono uscite proprio in punta di piedi da Forza Italia, ma in pieno dissenso dalle scelte fatte dal Presidente Berlusconi. E la notizia di un loro eventuale ritorno nel nostro partito, che non difetta del vizio della memoria, stava facendo rumore. E anche loro lo sanno bene". La senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, intervistata dal Tempo, è gelida sulla ipotesi di un ritorno di Mariastella Gelmini e Mara Carfagna in azzurro, dopo la loro fuoriuscita per approdare in Azione.

Sul fallimento del Terzo Polo e del progetto di Carlo Calenda la Ronzulli ironizza, ma non troppo: "Svelo un segreto: mi chiamano Cassandra. E se lo fanno evidentemente ci sarà un motivo... Battute a parte, l'ho preannunciato nel 2022, appena nacque. Era solo questione di tempo. E il tempo è stato molto breve. Quando nascono, i cartelli elettorali hanno un solo obiettivo: ottenere posti in Parlamento. La loro politica è un tanto al chilo, più incasso meglio è. Non c'è un progetto politico, non c'è un ideale. A unire è solo la prospettiva di una poltrona".

 

 

 

"Una volta che l'hanno portata a casa - prosegue la senatrice forzista -, Matteo Renzi e Calenda hanno subito cominciato a litigare. Quella casa era troppo stretta per tutti e due". Quindi evidenzia: "Sulle adesioni al partito vorrei ci fosse più attenzione. Parlando ai giovani, ho invitato tutti a rivendicare il senso di appartenenza. Va bene aprire le porte, ma senza svenderci. Soprattutto per chi fino a un minuto prima ci attaccava e infangava il nome di Berlusconi. Abbiamo il dovere di interrogarci sulle origini e il passato politico di chi vuole entrare in Forza Italia. Sul suo pedigree. Soprattutto per rispetto dei tanti amministratori, dirigenti e parlamentari che sono sempre stati coerenti e ogni giorno si sacrificano per il partito".

"Far parte di questa famiglia non può essere una scappatoia per chi vuole garantirsi un futuro politico, non avendo più questa possibilità nel suo partito di origine - prosegue riguardo ai fuoriusciti da Azione -. Non penso che chi è andato via sognasse un'alternativa al bipolarismo, perché non c'erano le condizioni allora e non ci sono nemmeno oggi. Anzi, la tendenza a cui stiamo assistendo in questi anni è un rafforzamento del bipolarismo. Chi non l'ha compreso, o è stato miope, oppure non era mosso da motivi così nobili".

 

 

 

"Tutte le idee servono ad arricchire il dibattito, a dare contributi che possono rivelarsi vincenti. Fin dalla sua nascita, Forza Italia è stata la casa che ha accolto chi proveniva da esperienze politiche diverse: democristiani, socialisti, liberali, radicali. Per fare in modo che questo accada però è necessario che ci sia uno spazio reale di confronto, per fare sintesi e arrivare a una proposta unitaria. Altrimenti rischiamo di diventare una Torre di Babele che crea solo divisioni e confusione".

Sulla lettera di Marina Berlusconi a Repubblica taglia corto: "É stata molto chiara. La conosco e non metterebbe mai in discussione la tenuta di questo governo. Dobbiamo sempre avere presente che una cosa sono le ricostruzioni giornalistiche, altra cosa è la realtà". 

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