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L'Aria che tira, Calenda contro Carfagna e Gelmini: "Mancanza di etica e onore"

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"Il logoramento dei rapporti è avvenuto nel corso dei mesi": Carlo Calenda lo ha detto nello studio di David Parenzo a L'Aria che tira su La7, riferendosi allo strappo di Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, che hanno lasciato il suo partito, Azione, nei giorni scorsi. "Noi le abbiamo accolte non per il loro passato nel governo Berlusconi ma perché sono state ministre nel governo Draghi e sono uscite da Fi quando Berlusconi decise di votare la sfiducia a Draghi. Abbiamo pensato non solo che quello fosse un atto di coraggio ma anche che fosse giusto aprire Azione perché vogliamo rappresentare il centro con componenti del centrosinistra ma anche dei moderati e popolari".

"L’uscita da Azione - ha proseguito l'ex ministro - denota mancanza di etica pubblica, di senso dell'onore perché queste due persone sono state elette da cittadini che hanno votato Azione per stare all'opposizione del governo Meloni e per due anni e mezzo hanno votato contro il governo Meloni. Il punto non è lasciare Azione, io sono contro il vincolo di mandato, le persone devono poter lasciare un partito. Ciò che è davvero grave, perché allontana i cittadini dalla politica, è il fatto che a metà legislatura cambiano tra opposizione e maggioranza". In realtà sia Carfagna che Gelmini hanno spiegato il motivo del loro allontanamento: si tratta dell'avvicinamento di Azione al cosiddetto campo largo nelle regioni presto chiamate al voto, ovvero Liguria, Emilia Romagna e Umbria. 

Guarda qui l'intervento di Calenda a L'Aria che tira

 

 

 

Intanto, nelle scorse ore, la Carfagna ha risposto al leader di Forza Italia Antonio Tajani che, parlando di possibili nuovi ingressi in Forza Italia, aveva detto: "Vedremo, ci sono altre persone con cui stiamo parlando", ma "FI non è né un taxi né un albergo a ore, chi viene deve farlo per lavorare non per cercare un posto". Parole a cui Mara Carfagna ha replicato: "Mi dispiace che anche in questa circostanza si siano ripetute espressioni politicamente sciatte, o addirittura volgari straparlando di taxi o alberghi a ore o ingratitudine, mentre è evidente l'enormità della posta in gioco e la qualità delle decisioni che sono richieste a chiunque lavora in Parlamento. Ridurre gli avvenimenti che ruotano intorno all'ex-Terzo Polo a una questione di piccolo cabotaggio è un errore (o una consapevole bugia) perché chiunque è in politica ha sotto gli occhi quel che sta succedendo". 

 

 

 

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