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Caos treni, Matteo Salvini replica alla sinistra: "Non vado in giro a piantare chiodi"

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"Io mi occupo di approvare leggi e di trovare soldi. Non vado a piantare chiodi fino a prova contraria": Matteo Salvini risponde così alla sinistra che lo attacca fino a chiederne le dimissioni per il caos treni che mercoledì, per un guasto a Roma Termini, ha provocato un centinaio di convogli soppressi e ore di ritardi. Come comunicato da RFI, è già stato sospeso il contratto dell'azienda colpevole dell'errore tecnico che ha scatenato il guasto e l'effetto domino, con tutta una serie di malfunzionamenti nel sistema di sicurezza delle ferrovie. 

Nel pomeriggio di mercoledì il vicepremier leader della Lega e soprattutto ministro dei Trasporti aveva appunto parlando di "un chiodo piantato in modo errato" da uno degli operai al lavoro nel cantiere all'alba. "Mi occupo dei finanziamenti - ha detto oggi Salvini ai giornalisti - che nel 2024 sono di tre miliardi e mezzo per le manutenzioni e nove sulla rete ferroviaria per recuperare gli anni passati. E' chiaro che se poi c'è un errore umano bisogna limitare la possibilità che accadano. Mi sembra che la ditta sia stata allontanata come è giusto che sia". 

"L'Italia dei treni si è fermata per ore e il ministro Salvini sparisce, bidonando un evento ufficiale già previsto in una stazione romana - l'aveva attaccato qualche minuto prima Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nella sue e-news -. Uno dice: stai a vedere che dopo l'estate terribile delle ferrovie, Salvini adesso si assume le sue responsabilità e si dimette. Macché. Il capitano leghista, tra una visita ad Orbán e un attacco a Italia Viva, rientra sulla scena e individua subito il colpevole. Ha detto, testualmente: è colpa di un chiodo. Un chiodo blocca l'Italia? Un chiodo, secondo lui. Ora che ha trovato il colpevole, il chiodo, Salvini torna a occuparsi di Pontida. E i pendolari di Termini si attacchino. Al chiodo, naturalmente". 

 

Altrettanto duro Angelo Bonelli, tornato a chiedere la testa di Salvini: "Oltre 100 treni cancellati, ritardi fino a quattro ore e l'Italia spaccata in due per un chiodo piantato male. È vergognoso che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, abbia avuto il coraggio di scaricare la colpa su un semplice errore tecnico, come se si trattasse di un fatto isolato. Il problema non è un chiodo, il problema è la totale mancanza di attenzione verso il trasporto pubblico e la rete ferroviaria da parte di un ministro che si occupa di tutto, tranne che di fare il proprio lavoro". "Mentre le interruzioni sulla rete ferroviaria italiana sono aumentate di cinquemila ore rispetto al 2018 - continua in una nota il portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra -, Salvini si limita a giocare sui social e destina 14 miliardi di euro per il ponte sullo Stretto di Messina, azzerando il fondo nazionale per il trasporto rapido di massa: una vergogna. La nostra rete oggi dispone di 16.700 km (la metà ancora a binario unico). La Spagna ha 6.000 chilometri più di noi, la Francia il triplo, la Germania invece 67.400. L'Estonia ha 16 km di ferrovia ogni 10mila abitanti, noi solo 4,2. Sono i dati che non portano Salvini a dire 'stop soldi al ponte sullo stretto' e più risorse alle ferrovie e alla loro sicurezza". "Salvini deve consegnare le sue dimissioni al presidente della Repubblica Mattarella. Si dimettano anche i vertici di RFI per il disastroso stato in cui si trova la rete ferroviaria italiana. È ora di finirla con le scuse: l'Italia ha bisogno di un ministro che faccia il suo lavoro, con nuove politiche".

 

Attacchi a Salvini anche dal Pd (per il presidente dei senatori dem Francesco Boccia "prendersela con un chiodo la dice lunga sull'incapacità di questo governo") e dal Movimento 5 Stelle: "Con il governo Meloni i trasporti stanno andando al collasso, perché si è scelto di dare un ministero cruciale a un signore che per due anni ha saputo solo giocare con i modellini del ponte sullo Stretto - accusa il vicecapogruppo alla Camera Agostino Santillo -. Al chiodo Salvini dovrebbe appenderci i suoi galloni di ministro, prima che sia troppo tardi. Tradotto: deve andare a fare un altro mestiere. I passeggeri italiani sono sfiniti: il governo eviti almeno di prenderli in giro". 
 

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