Scuola, la propaganda gender: dalle scale colorate ai conigli gay

Nel 2025 boom di polemiche arcobaleno nelle classi: quando gli istituti si prestano alla propaganda, ecco tutti i casi controversi
di Luca Puccinisabato 3 maggio 2025
Scuola, la propaganda gender: dalle scale colorate ai conigli gay
2' di lettura

Di casi, discussioni e polemiche (solo negli ultimi mesi, diciamo dall’inizio di questo 2025) se ne contano già parecchi. Il gender a scuola, i bambini, e, soprattutto, la politica. L’episodio che probabilmente ha ottenuto più risonanza è quello della scala arcobaleno dell’istituto onnicomprensivo Educandato statale agli angeli di Verona: i gradini pittati di diverso colore in occasione della giornata contro l’omofobia e un adolescenti di tredici anni che si busca una nota perché si rifiuta di farli. È marzo. Ne viene fuori un tam-tam mediatico che la metà basta: sul come, sul perché, su quale strada alternativa abbia preso il ragazzino, epperò il nucleo, il punto centrale dell’intero dibattito che tiene banco (letteralmente) per settimane è un altro. Sempre lo stesso.

Comincia l’anno (solare) col sindaco di Pavia che difende l’iniziativa dello sportello Antidiscriminazioni del suo Comune il quale porta nelle scuole corsi contro il bullismo e ogni forma di discriminazione, compresa ovviamente quella contro la comunità omosessuale: dall’altra parte della lavagna c’è la Lega locale che bolla quei laboratori come fucine «dell’alfabetizzazione Lgbt». Sulla vicenda interviene anche il vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, ma non è la prima e non sarà l’ultima volta che in parlamento entrano queste questioni.

E infatti qualche mese dopo (è ancora marzo), ‘stavolta a Bologna, una bimba di undici anni in gita alla biblioteca comunale torna a casa con un fumetto Lgbt preso in prestito: «È una notizia inquietante», la definisce (di nuovo) il Carroccio annunciando un’interrogazione alla Camera.

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A febbraio tocca a Buccinasco, nell’hinterland milanese, e nel mirino entra il libro (edito Feltrinelli) La più bella del mondo: la Costituzione raccontata a ragazze e ragazzi dell’ex segretario del Pd Walter Veltroni. Un gruppo di genitori si sarebbe lamentato perché tra i personaggi ce ne sono alcuni appartenenti alla comunità Lgbt (tra le pagine, per esempio, Veltroni spiega la storia di due ragazze lesbiche che vengono aggredite per strada in virtù del loro orientamento sessuale). È l’associazione Pro vita e famiglia, invece, che denuncia il coniglietto Marlon Bundo, il protagonista di un racconto per bambini che ama un altro coniglio: il volume, pensato per insegnare a non discriminare, fa capolino nelle aule di qualche plesso lombardo. Aumentano le scuole che si dotano della carriera alias; a Padova, al giornalino di un liceo viene impedito di usare la “schwa” e l’asterisco (con l’indicazione rivolta agli alunni: «Rispettate l’italiano e usato i generi maschile e femminile») e si mettono in sciopero circa quattrocento studenti; a Roma (dove per altro, a gennaio, il finanziamento di 420mila euro per un progetto di educazione affettiva e alle relazioni col coinvolgimento di quindici scuole scatena l’obiezione del centrodestra) scoppia un mezzo putiferio quando (ancora) Pro vita e famiglia appiccica cinquanta manifesti della campagna “Mio figlio no” che riguarda la libertà educativa dei genitori.