Matteo Salvini, la sfida in Aula: "Faremo tornare i giovani nel nostro Paese"

Previsti sgravi fiscali per gli under 35 e per chi li assume. Il leader della Lega: "È ora di rimettere soldi in tasca ai cittadini"
di Fabio Rubinivenerdì 16 maggio 2025
Matteo Salvini, la sfida in Aula: "Faremo tornare i giovani nel nostro Paese"
3' di lettura

Una proposta di legge per aiutare i giovani e per fa sì che tornino in Italia. È l’ultima battaglia della Lega che ieri alla Camera ha presentato il testo della pdl a prima firma Luca Toccalini, responsabile federale dei giovani del Carroccio. I punti focali del documento prevedono una flat tax al 5% per 5 anni per gli under 35 che rientrano in Italia, con reddito fino a 100mila euro e contratto a tempo indeterminato, che si riduce al 3% in caso di figli minori. Se poi il giovane rientrato in Italia compra casa, la flat tax al 5% si estende a otto anni.

Inoltre è previsto uno sconto sugli oneri contributivi del 50% e una deduzione fiscale del 140% del costo del lavoro per le aziende per due anni. E ancora un’indennità pari a tre mensilità in caso di recesso da parte dell’azienda entro due anni dall’assunzione e fino a 5mila euro l’anno di welfare aziendale per i contratti di affitto per supportare i giovani lavoratori fuori sede.

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Oltre a Toccalini, alla presentazione della pdl c’erano il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e il vicepremier Matteo Salvini. Proprio quest’ultimo ha dato la linea di questo provvedimento: «È il momento di mettere carne al fuoco e soldi in tasca agli italiani». A partire dai giovani, ma non solo loro perché, come ha ricordato Salvini: «Su rottamazione e pace fiscale siamo andati avanti, abbiamo fatto diverse rimodulazioni col ministro dell’Economia, l’amico Giancarlo Giorgetti. Gli faccio i complimenti, perché lo spread è tornato ai minimi storici. Serietà, coerenza e costanza, pagano». La legge dovrebbe «diventare realtà entro il 2025. Prima di presentarla abbiamo parlato con i ministeri coinvolti che ci hanno dato discrete garanzie».

Secondo Claudio Durigon «la platea è di circa 200mila giovani e il costo in due anni si aggira sui 700 milioni». Riccardo Molinari, invece, ha evidenziato che «se è stato limitato l’abuso dei contratti a tempo determinato è anche grazie alla Lega e all’intervento sul decreto Dignità. Toccalini dopo aver spiegato che «l’obiettivo è quello di riportare i nostri giovani in Italia», ha auspicato che il provvedimento «in aula possa essere esteso anche a medici e infermieri».

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Restando sui temi economici, Salvini ha ribadito il secco no della Lega al Mes: «Nessuno mi pare voglia infilare la testa nel cappio del Mes. Dal 2014 abbiamo messo nel cassetto 14 miliardi, non ha funzionato, non si tratta di essere sovranisti o no, ma non vogliamo fare la fine della Grecia». E sulle accuso di scarso europeismo replica: «Io mi sento un difensore dei valori europei, più di qualcuno che ha massacrato la filiera europea dell’auto: gli antieuropeisti sono i patroni del Green Deal che è un suicidio, è una follia, non da rinviare, ma da cancellare, da azzerare».

Sulla politica interna conferma che «i giorni del referendum li passerò in famiglia. Non condivido il contenuto di nessuno dei cinque quesiti, ma quello più pericoloso è quello che estenderebbe la cittadinanza a centinaia di migliaia di persone in maniera indiscriminata». Salvini oggi sarà impegnato nel primo Consiglio federale della Lega dopo la sua rielezione a segretario. Tra i punti salienti la riorganizzazione del partito con Roberto Vannacci che dovrebbe diventare uno dei quattro vice segretari.