Legge e ordine sono la bussola dei sistemi liberali, sono assicurati dalla “rule of law”, dal rispetto e dalla virtuosa applicazione delle norme dello Stato di diritto. Sergio Mattarella ieri con un doppio intervento ha riportato sulla terra quanti pensano che la magistratura sia un contro-potere e le forze di polizia un organo dello Stato che si può delegittimare senza conseguenze.
Parlando di fronte ai magistrati tirocinanti, il Presidente della Repubblica ha ricordato che «giudici e pubblici ministeri hanno (...) il dovere di essere e di apparire – apparire ed essere - irreprensibili e imparziali, in ogni contesto (anche nell’uso dei social media); con la consapevolezza che, nei casi in cui viene - fondatamente - posto in discussione il comportamento di un magistrato, ne può risultare compromessa la credibilità della magistratura». L’intervento di Mattarella è prezioso, necessario, perché in troppi hanno dimenticato che la magistratura non è un potere, non a caso la Costituzione la definisce come un «ordine autonomo e indipendente».
Mattarella alle toghe: "Sentenze senza ricerche di consenso. Nessuno è immune da vincoli"
"La condizione di legittimazione dell’Ordine giudiziario risiede anzitutto nella fiducia che i cittadini nutr...Non si tratta di una sfumatura linguistica, perché per la nostra Carta poteri sono quello legislativo e esecutivo, mentre nella cronaca quotidiana una parte della magistratura si presenta - con le parole e le decisioni come addirittura un contro-potere rispetto al governo e al Parlamento. È un problema antico, un cortocircuito mai riparato, che con l’arrivo del governo Meloni a Palazzo Chigi ha assunto dimensioni abnormi, in alcuni casi fino a invadere le competenze della politica. Non è in discussione la libertà di pensiero delle toghe, quello è un falso problema, un’arma di distrazione di massa usata dalla magistratura che giustifica la militanza sostenendo che le critiche al suo operato sono un attacco all’istituzione, dimenticando una sentenza della Cassazione che dice nero su bianco che le critiche, sono «un contrappeso all’elevato grado di indipendenza e di autonomia della magistratura». Mattarella fa un puntuale richiamo all’equilibrio, alla «qualificazione professionale, rispetto puntuale della deontologia, irreprensibilità dei comportamenti individuali». È un discorso che non fa un plissé, fa bene alla magistratura che vuol essere imparziale e indipendente.
Mattarella invita Pisani al Quirinale: "Stima e fiducia nelle forze dell'ordine". La risposta al Consiglio d'Europa
Anche Sergio Mattarella è voluto intervenire sulla polemica del giorno, il richiamo del Consiglio d'Europa su...L’intervento del Colle sulla giustizia si sposa perfettamente - nel giorno in cui il Consiglio d’Europa lancia accuse infamanti di razzismo contro le nostre forze di Polizia - con l’invito al Quirinale rivolto al Capo della Polizia, Vittorio Pisani, «per riconfermare la stima e la fiducia della Repubblica nelle Forze dell'ordine, la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione». Mattarella ha agito con tempestività, la sinistra che tira sempre la giacca del Capo dello Stato ha materiale per riflettere. I poliziotti sono una barriera contro la criminalità, garantiscono la nostra sicurezza, devono essere tutelati da ogni forma di attacco politico e strumentalizzazione, soprattutto quando giungono da istituzioni che dovrebbero essere terze e invece tradiscono uno spirito fazioso, partigiano. Come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni, l’Italia contribuì a fondare il Consiglio d’Europa nel 1949, ma dello spirito originario sembra non esser rimasto più niente, è un organismo prigioniero dell’ideologia, ammorbato dal pregiudizio del progressismo, in piena bancarotta culturale.
È lampante che stiamo entrando in una fase ancora più acuta dello scontro politico, il Pd e gli alleati giocano la carta della piazza e della gazzarra in Parlamento. La furia scatenata contro le norme del decreto sicurezza in discussione alla Camera, il voto sui referendum tra due settimane (in contemporanea con la manifestazione per Gaza, una mossa maldestra che non sfugge a nessuno), sono appuntamenti che la sinistra carica a molla per arroventare il clima, alzare i toni, rovesciare il tavolo e poi si vedrà. È un’opposizione barricadera, che indossa il lenzuolo a Montecitorio e si trasforma in fantasma, che nel corso della legislatura ha vissuto in una dimensione parallela puntando il dito contro il ritorno del «fascismo» mentre sorseggiava l’aperitivo in esilio a Capri. In questo scenario, il gioco di sponda con organismi e associazioni che si mascherano con la bandiera dell’europeismo, serve a dare carburante al tentativo di logorare il governo, dare l’impressione che in Europa ci sia un «caso Italia», una questione che mette in discussione il rispetto dello Stato di diritto. Sono mosse che hanno un solo risultato: danneggiano l’immagine dell’Italia, ma convincono le famiglie e le imprese che questa sinistra priva di moderazione non può governare.