Giuseppe Conte si lecca le ferite. Anche lui su questo referendum nefasto per la sinistra c'ha messo la faccia. È sufficiente ricordare cosa ha detto dal palco di Roma alla fine della manifestazione per Gaza invitando tutti ad andare a votare per il Sì. E anche lui oggi fa i conti con la colossale batosta che tutto il campo progressista ha dovuto mettere in bacheca. Ma ora, quando le urne sono chiuse e di fatto il centrodestra sottolinea giustamente la sconfitta della sinistra, ecco che Conte si smarca e lo fa in modo chiaro sul quesito sulla cittadinanza dando vita all'ennesimo cortocircuito tutto grillino: "E' una battaglia che ritenevamo giusta, dove c'e' stato offerto uno strumento che ho detto da subito, ci ha lasciato perplessi e che ritenevamo sbagliato".
"Io poi, sapete, ho votato comunque, abbiamo fatto comunque campagna referendaria, abbiamo lasciato libertà' di voto, io ho votato personalmente si', pero' sicuramente chi ha promosso quel referendum, secondo me, come avevo detto, rischia di allontanare anche la soluzione di un problema che invece va affrontato con una diversa soluzione", ha spiegato.
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Il day after è quello in cui ci si leccano le ferite. E a sinistra sono parecchie. Questo referendum rischia di m..."Lo strumento migliore per noi e' lo Ius Scholae dove anche il centrodestra andrebbe sfidato, perché' avete visto che Forza Italia sullo Ius Scholae ha una proposta un po' simile alla nostra, ma non del tutto assimilabile. Quindi e' su quello che noi possiamo offrire alla cittadinanza dei percorsi di integrazione e la soluzione a un problema", ha evidenziato ancora Conte. Insomma ha votato Sì, ma lo strumento è sbagliato. Un po' di coerenza, almeno oggi, no?