Tajani, chi era presente all'incontro con Pier Silvio e Marina: il tassello decisivo

venerdì 1 agosto 2025
Tajani, chi era presente all'incontro con Pier Silvio e Marina: il tassello decisivo
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I dettagli a volte dicono più del quadro d’insieme, sebbene la notizia qui sia chiara e non necessiti di tanti retroscena: piena sintonia tra il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, e la famiglia Berlusconi. Accordo sul nuovo manifesto della libertà voluto dal segretario azzurro (rileggere Libero di ieri) e armonia su tutta la linea. Avanti insieme seguendo «i valori liberali e democratici che rappresentano l’eredità politica di Silvio Berlusconi». Pace fatta, ammesso ci sia stata una vera lite (e non c’è stata). Il pranzo a Cologno Monzese è durato circa due ore ed è stato «molto positivo» per tutti i presenti. L’incontro era programmato da tempo e, in fondo, abbastanza scontato tra l’uomo che ha assunto le redini del partito fondato da Berlusconi, dopo essergli stato fianco a fianco per anni, e i due figli maggiori del Cavaliere: Marina e Pier Silvio. Due, appunto. Perché per l’occasione speciale, il “patto” siglato per il futuro di Fi, il secondogenito ha voluto esserci. 

In passato, infatti, alle “riunioni di partito” presenziava quasi sempre la sola Marina. In quella non scritta divisione di mansioni e interessi tra fratelli sul vastissimo mondo creato da un papà imprenditore, statista, patron di squadre di calcio, editore, mecenate e mille altre cose ancora, alla primogenita era naturalmente toccato il ruolo di supervisore delle vicende della creatura politica, mentre a Pier Silvio, da numero uno di Mediaset, compete tutta la parte dell’informazione televisiva, ma non soltanto. Proprio nel corso della presentazione dei palinsesti per la nuova stagione del Biscione, due settimane fa, l’amministratore delegato di Mediaset aveva frenato alcune fughe in avanti dell’attuale Forza Italia, ad esempio le aperture sullo Ius Scholae invise agli alleati leghisti. Da esperto di tv, poi, il secondogenito aveva parlato senza giri di parole: via dal piccolo schermo le solite facce, largo ai giovani del partito, «serve rinnovamento» anche in Parlamento, aveva detto nel corso di una serata diventata ben presto un titolo da prima pagina.

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Soprattutto per una frase in cui lasciava intendere di volersi impegnare in politica, non subito ma magari tra un paio d’anni. E allora lì sì che erano fioccati i retroscena. Mentre nei palazzi romani si sentivano i mugugni tra i berluscones più paludati: «Antonio, pensaci tu». Il vicepremier e ministro degli Esteri non è che non abbia voluto occuparsi della faccenda, però la situazione internazionale è di una complessità tale che proprio due settimane fa, alla vigilia di un vertice a Milano con i figli di Berlusconi, il responsabile della Farnesina è dovuto partire per una delicata missione negli Stati Uniti, lasciando per un attimo in stand-bye il dossier dei rapporti dentro Forza Italia.

Lo scorso weekend il segretario ha convocato il Consiglio nazionale del partito, nel corso del quale sono state approvate modifiche statutarie e decise alcune iniziative nel segno del ricambio generazionale auspicato da Pier Silvio. E, ieri, ad esempio, è arrivata la nomina a comunicatore di Simone Baldelli, già deputato azzurro, ex vicepresidente della Camera, showman e impareggiabile imitatore del sindaco Gualtieri e molti altri, capo dei berluschini negli anni del governo del Cav. Un dettaglio non da poco.

Così come non è sfuggita, all’incontro di ieri a Cologno, la presenza riservata ma fondamentale di Gianni Letta, l’eminenza azzurrina di Palazzo Chigi quando Silvio era presidente del Consiglio, vera centrale di collegamento tra Roma e Arcore, capace di mediare e trovare soluzioni per il partito e tutto il resto. Al pranzo, che non si è tenuto in una delle dimore di famiglia dei Berlusconi ma a Cologno cioè in azienda, nel quartier generale berlusconiano, ieri c’era anche Danilo Pellegrino, amministratore delegato di Fininvest, con un incarico di primo piano in Mondadori e quindi consigliere di Marina. E anche questo non è un particolare di poco conto, come la notizia che non ci sarebbe all’orizzonte alcuna candidatura dei figli del Cavaliere. «Abbiamo piena fiducia in Antonio Tajani e avanti insieme con una collaborazione sempre più stretta», hanno detto alla fine. Per continuare con l’eredità politica di papà, fatta di valori liberali e moderati. «È andata molto bene», ha commentato soddisfatto il segretario azzurro.

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