Il grande peccato? Che mancasse un’unica catena di comando chiara, prerogativa indispensabile per un’efficiente gestione dell’emergenza. E non un’emergenza qualsiasi, visto che qui si parla di covid. L’audizione del professor Giuseppe Ippolito - già direttore generale per la ricerca e l’innovazione in sanità del Ministero della Salute nonché componente della task-force Coronavirus - nella seduta della Commissione parlamentare d’inchiesta covid dello scorso 15 aprile (desecretata ieri) apre diversi interrogativi riguardo alla narrazione del governo giallorosso dell’epoca e al suo grado di preparazione ad affrontare quella tempesta.
Dal fatto che all’interno di questa task force «noi non decidevamo alcunché» al fatto che «non essendoci un atto formale di costituzione, l’unica cosa che c’è è un comunicato stampa del ministro Speranza», passando per il fatto che «i partecipanti non sono gli stessi in relazione agli argomenti da trattare», risulta evidentissimo come la confusione regnasse sovrana.
Un altro tasto molto dolente, quello dei ventilatori. «I ventilatori non c’erano, tanto che il 17 marzo l’Europa dice: non vi preoccupate, ghe pensi mi (ci penso io, in milanese, ndr), ovverosia che avrebbe fatto un unico ordine per comprare i ventilatori. In realtà, il primo ordine da parte degli Stati membri inviato all’Europa è partito a maggio e la prima consegna di ventilatori è avvenuta a luglio, troppo tardi», si legge ancora nel verbale di Ippolito.
Vincenzo De Luca, bomba da 3 milioni di euro sul governatore: inchiodato da FdI
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, continua a lanciare bordate al governo, ma ha nuovi guai. Le Covid card...Senza dimenticare la questione lockdown, sì difeso come misura essenziale dal professore ma allo stesso tempo contestandone le modalità. Soprattutto quelle relative alle tempistiche. «Il lockdown è stato attuato in due momenti diversi. Sono stati fatti lockdown selettivi. I lockdown selettivi non sono lo strumento più efficace per un Paese e soprattutto per aree densamente popolate», ha spiegato Ippolito. E i contagiati ricoverati in ospedale? «All’inizio sicuramente si è trattato di una epidemia in cui gli ospedali, come sappiamo, hanno fatto da concentratori di casi. Se cioè i pazienti fossero stati lasciati a casa, avrebbero avuto sicuramente un esito migliore». Ovviamente vale sempre il senno di poi, ma le ombre non sono poche.
Per non parlare del piano pandemico per le influenze del 2006, che secondo Ippolito andava attivato proprio perché il covid si comportava come un’influenza. Esattamente il contrario di quanto sosteneva l’allora ministro alla Salute, Roberto Speranza.
Fratelli d’Italia è sulle barricate. «La desecretazione dell’audizione in Commissione Covid di Giuseppe Ippolito, infettivologo che faceva parte della task force, costituisce un altro colpo inferto all’allora governo Conte e al ministro Speranza. Ippolito ha stroncato la dichiarazione che l’ex ministro della Salute pronunciò alla Camera nel 2020 secondo cui fosse la scienza e non la politica a orientare le scelte governative contro il Covid, poiché ha detto testualmente ai parlamentari commissari: “Noi fornivamo pareri e la politica decideva cosa farci”», attacca Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fdi in Commissione. E ancora: «In merito alla mancata adozione del piano pandemico del 2006, compulsato dalle domande dei commissari Ippolito ha aggiunto: “Il ministro Speranza può dire cosa vuole”, riaffermando così il principio per cui a decidere era la politica. Le parole pronunciate alla Camera dall’allora capo del dicastero della Salute, dunque, non erano nient’altro che un modo per tentare di scaricare la responsabilità di quella scellerata e vessatoria gestione della pandemia sul mondo scientifico».
Vincenzo De Luca, che figuraccia: le Covid-card arrivano ora (con 4 anni di ritardo)
Le Covid Card, volute dal governatore della Campania Vincenzo De Luca ai tempi della pandemia, sarebbero state recapitat...Secondo Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fdi e componente della Commissione Covid, «la verità è che ogni iniziativa fu presa in maniera improvvisata e tardiva all’interno di uno scenario alquanto confuso: tutto ciò è di una gravità inaudita e il governo di allora dovrà politicamente rispondere agli italiani di questa gestione raffazzonata e dilettantesca».
Duro anche Francesco Ciancitto, deputato di Fdi e vicepresidente della Commissione Covid: «È stato a dir poco sconcertante e preoccupante scoprire anche che questi esperti non erano “istituzionalmente coinvolti nelle decisioni da adottare”. Siamo di fronte a quadro disarmante».