La crociata ideologica contro il taser

Alla sinistra non va bene nulla, la pistola, il manganello, ora pure il Taser... A volte i dirigenti dell’opposizione sembrano predicare un mondo dove le forze dell’ordine debbano combattere contro i delinquenti a mani nude
di Francesco Storacemercoledì 20 agosto 2025
La crociata ideologica contro il taser

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Alla sinistra non va bene nulla, la pistola, il manganello, ora pure il Taser... A volte i dirigenti dell’opposizione sembrano predicare un mondo dove le forze dell’ordine debbano combattere contro i delinquenti a mani nude. La critica come bandiera, ormai. In un’Italia dove c’è un’opposizione sempre sulle barricate (parolaie, per fortuna) non si riesce ad individuare gli uomini e le donne impegnati sul fronte della sicurezza come patrimonio comune. È vero, sono accaduti due fatti con altrettante vittime, ma questo è sufficiente per mettere in discussione uno strumento resosi più volte decisivo per mettere i malviventi in condizioni di non nuocere?

Se accade un imprevisto fatale, bisogna cancellare tutto? Per quanto accaduto ad Olbia e a Genova sembra che si stia perdendo la testa. Episodi seri appena accaduti e già ci si avventura nelle scomuniche di chi opera sul campo. Invece dovrebbe prevalere la serietà nelle forze politiche, soprattutto perché ci saranno indagini approfondite, ma tutto questo non può significare che gli agenti non debbano avere i mezzi più adeguati per intervenire efficacemente. IlTaser nasce proprio con questa logica, e semmai per diminuire i rischi che si lamentavano un tempo: esso rappresenta un’alternativa non letale all’arma da fuoco, con l’obiettivo di ridurre i pericoli sia per i poliziotti che per i sospetti. In molti Paesi viene usato regolarmente e con protocolli precisi. Il problema, semmai, riguarda l’addestramento, la trasparenza e l’uso proporzionato. E a questo può servire l’inchiesta della magistratura, ma di qui a proibirne l’uso ce ne corre davvero. Gli incidenti mortali possono capitare anche a causa della guida di una Volante: che facciamo? Le aboliamo tutte se c’è chi viene investito in maniera fatale durante un inseguimento?

L’utilizzo del Taser è inoltre codificato tramite un protocollo di azione in al1) meno 5 fasi obbligatorie: Individuazione del pericolo. 2) Dichiarazione al cittadino sospetto che si è armati. 3) Esposizione visibile dell’arma. 4) “Warning arc”: scossa di avvertimento con arco visibile senza colpire il soggetto. 5) Lancio dei dardi elettrici se necessario. In pratica, si codifica l’utilizzo del Taser proprio per evitare al massimo gli incidenti di percorso. Con tanto di raccomandazioni alle forze dell’ordine, perché si richiede sempre il rispetto di proporzionalità, necessità e adeguatezza, con particolare attenzione alle condizioni di vulnerabilità del soggetto sospettato (gravidanza, disabilità, patologie). Non bisogna mai dimenticare che il Taser è classificato in Italia come arma propria, quindi soggetto a restrizioni rigide: è ad esempio vietato il suo uso civile e può essere venduto o importato solo con licenza, a forza di polizia o enti autorizzati. Ormai è di durata ampia il suo utilizzo: la sperimentazione è stata avviata nel 2018, con cicli pilota in 12 città con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Nel gennaio 2020 il Taser è stato trasformato in “arma di ordinanza” per le forze dell’ordine. E nel marzo 2022 è cominciato l’avvio della distribuzione vera e propria in 18 città, con circa 4.482 Taser inizialmente in dotazione. Ad oggi, i dispositivi in dotazione raggiungono circa 5.000 unità, disponibili per Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e, dal 2022, alla Polizia Locale in circa 200 comuni. Questi ultimi sono cresciuti di numero per i loro agenti col Decreto “Milleproroghe” 2025 che ne ha esteso l’uso anche nelle polizie locali di città con meno di 20.000 abitanti, purché vi sia una formazione adeguata. Come è successo, ogni strumento, e quindi anche il Taser, può causare conseguenze gravi se usato male, ma diventa grave approfittarne proprio per un suo rifiuto totale. Il punto è sempre l’equilibrio: non è lo strumento in sé a essere pericoloso, ma l’uso che se ne fa. Serve una discussione seria, non ideologica.