Green deal, Urso: "lo cambiamo insieme a Francia e Germania"

venerdì 22 agosto 2025
Green deal, Urso: "lo cambiamo insieme a Francia e Germania"

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"Un patto sociale è sicuramente un buon viatico per accrescere ulteriormente occupazione e salari, che in questi anni di Governo Meloni hanno avuto un andamento nettamente positivo": il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, lo ha detto in un'intervista al Sussidiario.net. Aggiungendo che  "questo trend finalmente positivo può sicuramente migliorare con un patto sociale che porti al rinnovo immediato dei contratti collettivi nazionali ancora non siglati, all'aumento dei salari e alla crescita della produttività, condizioni fondamentali per la competitività del sistema Italia, il Governo farà la sua parte con misure incentivanti e premianti sul fronte delle imprese e del lavoro".

Parlando del green deal, poi, ha spiegato "si sono fatti grandi passi in avanti proprio sulla strada da noi indicata lo scorso anno, ma occorre fare di più e subito, la commissione ha accolto le nostre prime richieste sul settore auto: ha rimosso l'ostacolo insormontabile delle mega multe miliardarie, che avrebbero solo favorito i concorrenti cinesi e americani, e ha accolto di anticipare di quasi due anni la revisione del regolamento CO2, così che il confronto è già iniziato. Ora la consonanza con la Germania può aiutarci ad allargare il fronte delle riforme e, peraltro, anche con la Francia abbiamo già condiviso alcuni documenti settoriali, sulla siderurgia e sulla chimica, e abbiamo creato l'alleanza delle imprese energivore. Ma il processo di revisione è ancora troppo lento. Occorre accelerare".

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Infine, sulle difficoltà della produzione industriale, il ministro ha sottolineato che "ha dovuto affrontare tre guerre in pochi anni: quella della Russia in Ucraina, che ha accresciuto il costo dell'energia e chiuso l'importante mercato russo; quella del green deal, che ha soffocato l'industria delle auto con conseguenze gravi su siderurgia, chimica e microelettronica. Infine, la guerra commerciale in corso, che speriamo possa mitigarsi con l'accordo tra l'amministrazione Trump e la commissione europea. La crisi ha avuto epicentro in Germania, polmone industriale d'Europa, che è infatti al terzo anno consecutivo di recessione, mentre l'Italia continua a crescere, seppure a ritmi contenuti. Ora dobbiamo passare alla reazione, cambiando radicalmente la politica industriale europea. Per questo credo sia importante l'intesa raggiunta con il ministero dell'Economia e dell'energia tedesco sulle flotte aziendali, sulla base del principio di neutralità tecnologica, flessibilità e sostenibilità, che penso potrà essere a fondamento di altre iniziative comuni non solo nel settore dei veicoli. Cambiano gli equilibri, finalmente, anche in Europa". 

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