Ma chi sono i responsabili e gli esperti della Fondazione Gimbe? L’organizzazione, presieduta da Nino Cartabellotta, intende “favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico”. Il segretario generale è Elena Cottafava, laurea in Beni culturali, la quale è anche responsabile della qualità degli eventi formativi erogati dalla Fondazione nell’ambito del programma della “formazione continua” in medicina. Prima di entrare in Gimbe, leggiamo su Linkedin, svolgeva la mansione di impiegata come addetta alle relazioni col pubblico all’ex istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica.
Ci occupiamo della Fondazione, limitandoci ai dati oggettivi, dopo che su X è scoppiata una furibonda polemica tra il senatore Claudio Borghi e Cartabellotta, quest’ultimo incalzato dal leghista sull’importo dell’eventuale stipendio da presidente dell’ente, che è senza scopo di lucro. Cartabellotta, per ora, non ha voluto rispondere pubblicamente. Sul web non risultano bilanci depositati da Gimbe, e però consultando la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici si può risalire a quanto ha incassato nell’ultimo biennio, con l’eccezione di una commessa del 2022: il totale è di 757mila 435 euro.
Borghi, e con lui un altro leghista, il deputato Alberto Bagnai, polemizza anche sui curricula di alcuni componenti di Gimbe, quindi abbiamo verificato. Nelle esperienze lavorative della suddetta Cottafava non figurano per ovvie ragioni le condivisioni su Facebook dei post del professor Christian Raimo, quello che in tivù ha riferito che ai suoi studenti spiega che è giusto picchiare gli avversari politici; poi sempre sui social la segretaria generale di Gimbe denuncia l’attuale pericolo fascista e ha promosso il referendum sulla cittadinanza scrivendo «dimostriamo che siamo migliori di chi ci governa». I leghisti hanno sollevato perplessità pure su Giordano Sbrollini, il responsabile Gimbe della formazione nelle Marche: ha cominciato come responsabile vendite di tecnologie meccaniche (bitume e membrane impermeabilizzanti), poi fino al 2020 è stato magazziniere e autista. A proposito di Marche, il candidato governatore dem, Matteo Ricci, ha twittato: «Gli attacchi di Borghi e Bagnai sono l’ennesima dimostrazione di una destra che non accetta critiche e vuole silenziare chi la pensa diversamente da loro. Vergogna». Annachiara Penzo all’interno della Fondazione è la coordinatrice degli eventi: è specializzata in archeologia e sul suo profilo Facebook ci sono messaggi contro il ministro dell’Istruzione Valditara e di sostegno all’Arcigay.
Manuela Sola, della direzione organizzativa di Gimbe, prima era “impiegata al front office” di un’agenzia viaggi. «Scusi Cartabellotta», chiede Borghi, «risponde al vero che dei 15 componenti del Comitato scientifico ben 6 non siamo medici?». Borghi twitta ancora: «No, basta, non ce la faccio più. La formazione in mano a persone senza nessuna qualifica accademica, i bilanci, le scuole. Farò l’ennesima interrogazione e vedremo se il ministero tacerà ancora come ha taciuto su Speranza». Borghi ce l’ha con Orazio Schillaci per l’esclusione dell’ematologo Bellavite e del pediatra Serravalle (considerati “novax”) dalla Commissione sui vaccini. Cartabellotta ha applaudito alla decisione. Da lì è riesploso lo scontro con Borghi e Bagnai.