Elly Schlein si inventa il santo antifascista

di Annalisa Terranovamartedì 9 settembre 2025
Elly Schlein si inventa il santo antifascista

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Ebbene mancava proprio, da parte di Elly Schlein, un tentativo di riavvicinamento al mondo cattolico dopo gli applausi che hanno accolto Giorgia Meloni al meeting di Rimini. E che ti combina l’astuta segretaria del Pd? Dalla Festa dell’Unità di Torino inventa un nuovo modello di santità: il santo antifascista. Parlando di Pier Giorgio Frassati infatti Schlein si è così espressa: «Oggi è un giorno particolare per questa città, perché non distante da qui nel 1901 nasceva un torinese, Pier Giorgio Frassati, che proprio oggi è stato reso santo davanti a 80mila persone e che partendo da una famiglia borghese ha dedicato tutta la vita agli ultimi, ai poveri, agli operai, si è laureato in ingegneria mineraria proprio per stare accanto ai minatori, fra i lavoratori forse proprio gli ultimi degli ultimi. E soprattutto un fervente antifascista».

E così quello che per la Chiesa è un santo giovane che può divenire punto di riferimento dei giovani d’oggi disorientati dal relativismo nichilista (e con lui Carlo Acutis), viene trasformato da Schlein in un’icona col fazzoletto rosso al collo. Una mossa maldestra, se non proprio ridicola.

Certo se Schlein pensa di intercettare le simpatie dei cattolici alternando i balletti ai Pride con l’elogio della santità “antifascista” l’impresa si preannuncia assai difficile. Non che Frassati non fosse acerrimo nemico delle camicie nere: lo era, ma si tratta di un dettaglio nella sua biografia, anche perché morì giovanissimo nel 1925.

Non è un caso infatti che a dedicargli una monografia è stato un giornalista e scrittore di destra, Marcello Staglieno, tra i fondatori del Giornale di Indro Montanelli e poi parlamentare leghista (fu anche per un breve periodo direttore del Secolo d’Italia). Staglieno definì Frassati un “santo borghese”. Di sicuro rappresentante di quell’apostolato sociale che fu in grado di mutare, grazie al francescanesimo, il rapporto tra la comunità dei credenti e i santi: questi ultimi non erano più solo facitori di miracoli ma divennero venerabili per l’esempio di vita fondato sulla imitatio Christi.

VALORI NON NEGOZIABILI
Frassati era un terziario domenicano (l’ordine dei domenicani differiva da quello fondato dal Poverello di Assisi per la ricerca della salvezza attraverso il “lume della scienza”) ma tanto Francesco d’Assisi quanto Domenico di Guznam insistevano sull’importanza della predicazione, della testimonianza del Vangelo nella vita di tutti i giorni. I terziari esprimevano questo concetto con la loro scelta di vita: seguivano Dio ma restando nel mondo, da laici illuminati.

Un santo giovane dunque Pier Giorgio Frassati, che è bene tenere lontano dalle retoriche di partito e dalle dialettiche strumentali. Per interrogarsi, invece, sul perché la Chiesa ha scelto la sua figura per proporla ai giovani: un messaggio importante che invita il cristiano a trovare il suo posto nel mondo anche in tempi complessi come quelli attuali, testimoniando valori “non negoziabili”.

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A CIASCUNO IL SUO
È bizzarro dunque che un personaggio politico come Schlein, che si è dichiarata non particolarmente credente né praticante, pretenda di sottolineare modelli di santità recuperando la retorica antifascista per non restare tagliata fuori dal Giubileo 2025 e dagli eventi che lo hanno caratterizzato. Se nel pantheon dei cattolici del Pd ci sono De Gasperi, Sturzo (Frassati aderì al Partito Popolare) e papa Francesco in quello di Elly Schlein figurano Obama, Alexandra Ocasio Cortez, Kamala Harris, Greta Thunberg, Michela Murgia e Zerocalcare.

A ciascuno il suo. E non dimentichiamo che di disagio dei cattolici nel Pd si parla da tempo e il dibattito toccò il picco quando fu silurata la consigliera veneta Anna Maria Bigon perché sui temi etici (la legge sul fine vita approdata in consiglio regionale) non aveva seguito le direttive di partito. Un episodio non solo locale, anzi molto istruttivo per capire che aria tira dalle parti del Nazareno.

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