Il codice etico di Fico fa fuori i fedelissimi di De Luca

di Elisa Calessimartedì 16 settembre 2025
Il codice etico di Fico fa fuori i fedelissimi di De Luca

(Ansa)

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È tutto ancora da definire, dicono nello staff di Roberto Fico, candidato del centrosinistra per le elezioni regionali in Campania. Ma, come ha annunciato lui stesso il giorno della presentazione della sua corsa, l'idea è di immaginare un protocollo, un codice etico da proporre alle forze politiche e civiche che faranno parte della coalizione. In modo da fissare i paletti di chi può o non può candidarsi nelle liste per il consiglio regionale e concorrere a rappresentare i campani. Riguardo ai criteri che verranno scelti, nulla è ancora deciso. Il limite sarà una condanna in primo grado di giudizio o in via definitiva? O, ancora, basterà essere indagato per essere considerato non compatibile con la candidatura? Di deciso non c'è nulla. Per ora si sta all'annuncio che Fico ha fatto. Nei prossimi giorni, quando verrà convocato il tavolo programmatico per discutere il programma della coalizione, si dice tra i suoi, verrà definito anche questo.

Sta di fatto che il solo annuncio ha provocato un trambusto nel panorama politico campano. A cominciare dal governatore uscente, Vincenzo De Luca, che quando sente parlare di “codici etici” e di “impresentabili” scatta. Lui stesso, infatti, fu vittima di un'operazione simile e per opera di un esponente del suo partito, Rosy Bindi. Era il 2015, quando l'esponente dem, allora presidente della Commissione antimafia, poche settimane prima delle elezioni regionali a cui De Luca era candidato, pubblicò una lista di 16 candidati definiti «impresentabili» per i loro presunti legami con associazioni di tipo mafioso, chiedendo ai loro partiti di ritirare le loro candidature. Il governatore uscente era indagato per truffa in un processo per fatti avvenuti 17 anni prima e per cui venne assolto. Dopo uno scontro con il Pd, si candidò lo stesso e vinse le elezioni regionali. Ora potrebbe finire sotto la tagliola del nuovo candidato alla presidenza i candidati a lui più vicino, ma persino alcuni del Pd. Si tratta di vedere le regole.

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Intanto oggi, molto probabilmente, De Luca dirà la sua anche su questo. Alle 17, infatti, al Circolo del Tennis di viale Dohrn a Napoli, presenterà il suo ultimo libro: “La Sfida - tra terzo mandato, nuovi padroni, guerre di genocidio e trumpismo” (Piemme), intervistato dal direttore de L'Unità, Pietro Sansonetti. Ma prima di definire i candidati, c'è un altro dilemma da sciogliere: la data delle elezioni, come ha ricordato Massimiliano Manfredi, consigliere regionale del Pd: «Ora la coalizione di centrosinistra lavorerà sotto la spinta di Fico per individuare le priorità da inserire nel programma. L'unica cosa su cui servire adesso è un'accelerazione è la data delle Regionali: è giusto per tutti conoscere la data delle elezioni e mi auguro che questo nei prossimi giorni sia comunicato».

Le due ipotesi sono il 16 e 17 novembre oppure il 23 e 24 novembre. Ormai, però, è questione di giorni. Fatta questa scelta, però, la strada non è ancora in discesa. Intanto c'è da scrivere il programma, dove si dovrà trovare un equilibrio tra la voglia di segnare una discontinuità con la stagione deluchiana e l'esigenza di non rinnegare del tutto il passato, dal momento che De Luca è parte integrante della coalizione. Un difficile equilibrio che dovrà realizzarsi anche nelle candidature. E l'idea di un comitato etico che passa al vaglio l'idoneità “giudiziaria” di questo o quel candidato potrebbe alimentare nuovi scontri. Questa fatica è bene presente al Pd e anche al M5S, che pure ha incassato la scelta di Fico, ma che viene, in Campania, da dieci anni di opposizione e non può permettersi di rinnegarli.

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