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Lega, domenica sul Pratone. Salvini incontra Bossi alla vigilia di Pontida

di Brunella Bollolisabato 20 settembre 2025
Lega, domenica sul Pratone. Salvini incontra Bossi alla vigilia di Pontida

(Ansa)

4' di lettura

C’è la benedizione del fondatore sulla Pontida 2025 che da stasera riunirà il popolo leghista sul pratone da cui tutto ebbe inizio, dove secondo la tradizione nel 1167 contro Federico Barbarossa nacque la Lega lombarda e nel 1990 Umberto Bossi per la prima volta issò la bandiera della Padania sulle note del Va pensiero di Verdi. Storia e politica, identità e territorio: il partito del Nord ne ha fatta di strada lungo lo Stivale che ora Salvini vuole unire con il Ponte sullo Stretto, ma le radici restano quassù, nei paesini della Bergamasca e nella Lombardia feudo leghista, un po’ come il Veneto che va al voto a fine novembre e lì, neanche a dirlo, i leghisti sono pronti a dare battaglia per tenere il timone. «Io non posso candidarmi, ma è giusto che si vada avanti in continuità con il mio mandato», ha detto Luca Zaia.

A Gemonio (Varese) c’è stato un «incontro affettuoso» tra il segretario Matteo Salvini, confermato dal congresso fino al 2029, e l’Umberto che proprio ieri ha compiuto 84 anni. Tra il vicepremier e il senatùr oltre un’ora di colloquio sulla situazione politica e sul partito, insieme a un brindisi di auguri. «Bossi è un grande visionario», l’ha definito Zaia, perché «è riuscito in anni difficili a dar voce a chi non aveva». E in quanto alla Lega di oggi, «non è quella di vent’anni fa, tutti i partiti evolvono, di destra e di sinistra, ma», sentenzia il governatore veneto, «il leghista non perde identità. Senza identità non c’è consenso, non c’è popolo».

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(Ansa)

Il 37esimo raduno di Pontida che comincia oggi con i giovani guidati da Luca Toccalini e prosegue domani, si conferma, dunque, un appuntamento dal forte connotato identitario, stavolta ancora di più, vista la situazione internazionale. Lo slogan recita “Liberi e forti” e il concetto di libertà sarà il filo conduttore della kermesse, specie ora dopo l’assassinio di Charlie Kirk, brutalmente censurato da chi uccide le idee altrui. In onore dell’attivista Maga, Salvini aveva chiesto un minuto di silenzio durante il comizio elettorale per Acquaroli nelle Marche.

Un modo per far riflettere sul clima di odio politico che galoppa pericolosamente oltre i confini degli Usa. Ricordando Kirk i leghisti organizzeranno gazebo e tour per portare la libertà di pensiero nelle scuole, l’omaggio nei confronti del 31enne americano sarà corale dal palco di Pontida che metterà la libertà al centro del dibattito contro il pensiero unico.

«La nostra è una Pontida di proposta e non di odio», assicura il vicepremier. Anche gli ospiti “stranieri” non sono lasciati al caso. Tra gli altri, ci saranno Jordan Bardella del Rassemblement National di Marine Le Pen (star dell’anno scorso); Santiago Abascal, leader di Vox, e Flavio Bolsonaro, il senatore figlio dell’ex presidente brasiliano Jair. «Non sarà una Pontida come tutte le altre», continua a ripetere Salvini, che oggi pomeriggio aprirà l’evento salendo sul palco insieme al nuovo vicesegretario Roberto Vannacci e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, mentre domani, dalle 10, ad arringare la folla radunata sul “sacro suolo” ci sarà il leader di fronte alla sua gente.

Non mancherà nessuno: i ministri della Lega, i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, i parlamentari, i consiglieri regionali e comunali, gli amministratori, i simpatizzanti provenienti da tutta Italia con oltre 200 pullman.

Per il generale Vannacci, promosso vicesegretario nazionale con Silvia Sardone, si tratta di un debutto alla kermesse di ispirazione bossiana e non è detto che a tutti possa piacere, specie ad alcuni dirigenti della “vecchia guardia” del partito indispettiti dalle idee e dai toni “militareschi” dell’ex parà recordman di voti in Europa e nella sua Toscana, che è una delle regioni al voto a breve. In tanti, a cominciare dai governatori del Carroccio, si sono interrogati sui rischi di una possibile “vannaccizzazione” della Lega, che il segretario dovrà in qualche modo provare a spiegare (o a smentire). Le idee di Roberto Vannacci possono diventare l’agenda di un partito che punta a governare l’Italia?, è stato chiesto al presidente lombardo Attilio Fontana e lui ha glissato con una battuta preferendo «avvalersi della facoltà di non rispondere».
Il tema delle Regionali sarà comunque affrontato sul pratone di Pontida, dove però non saranno svelati i nomi dei candidati alla poltrona di governatore (ballano ancora Campania, Puglia e Veneto), che andranno concordati con gli alleati di Fdi e Forza Italia.

Nel programma della kermesse non mancheranno i temi cari al Carroccio: dall’autonomia differenziata, già incardinata in Parlamento, alla flat tax, alla pace fiscale, alla sicurezza, alla difesa dei confini seguendo i dettami della rete sovranista europea nella quale la Lega si colloca. A Pontida, domani, sarà anche presentata la “Carta della Lombardia”, per chiedere poteri speciali a Milano, più autonomia nelle scelte sanitarie, adeguamento dei salari in base alla produttività, no alla centralizzazione dei fondi europei di coesione, concorsi regionali per assunzioni pubbliche con l’obbligo di restare in regione per 10 anni. A proposito di identità e di radici del Carroccio.

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