Comunque finisca il circo della Flotilla, resta e resterà come un marchio di totale irresponsabilità il comportamento di quelli che chiameremo gli onorevoli zatteranti, e cioè dei parlamentari (Pd, M5S, Avs) che si sono imbarcati in una posizione totalmente gregaria rispetto agli scatenati attivisti al comando della spedizione.
Ma la realtà è che con grillini e piddini, per non dire del duo Bonelli & Fratoianni, l'ultima è sempre la penultima, e qualunque ipotesi già catastrofica è regolarmente superata da una realtà ancora più surreale.
L’AMMISSIONE DI CONTE
Prendete una dichiarazione altamente significativa attribuita ieri a Giuseppe Conte dal quotidiano Il Foglio. Nella circostanza, Conte si riferiva al parlamentare Marco Croatti, lo zatterante di obbedienza grillina: «Lui e i parlamentari si sono uniti a questa iniziativa umanitaria, non la governano. Non abbiamo nessun ruolo di direzione e di indirizzo, sono molto preoccupato».
Chiaro? Se vi suona male, rileggete due volte, perché c’è il rischio di non credere ai propri occhi: un ex Presidente del Consiglio ci comunica che quattro parlamentari della Repubblica sono saliti a bordo di una barca verso un teatro di guerra, senza avere alcuna voce in capitolo su quello che sarebbe potuto accadere lì sopra. Non si pretendeva che fossero “capitani”, sia pure di un’iniziativa sbagliata e pericolosa: ma qui ci si comunica che - politicamente parlando - sono solo dei “mozzi”, totalmente subordinati e in balia delle decisioni altrui.
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Questa elementare constatazione deve portarci a due considerazioni, una per il futuro e una per il passato più recente. Quanto al futuro: e questi sarebbero quelli a cui affidare il governo dell’Italia nel 2027? Con che faccia, se non sono nemmeno in grado di gestire se stessi e le iniziative a cui superficialmente aderiscono, senza alcuna ponderazione dei rischi e delle conseguenze delle loro azioni, dovrebbero essere titolati a decidere per tutti noi? A gente così non si può affidare nemmeno una scialuppa o un canotto, figurarsi la politica estera e di difesa di un paese del G7. È con questa stessa leggerezza che deciderebbero sulle missioni dei nostri soldati, o sui soldi delle nostre tasse? “Afuera”, griderebbe giustamente Javier Milei.
Quanto al passato prossimo: se gli onorevoli zatteranti “non governano” l’iniziativa, a maggior ragione tornano di attualità le nostre domande a cui i capi e i capetti della sinistra non rispondono. Chi ha finanziato tutta la carovana della Flotilla? E soprattutto: Pd, Cinquestelle e Avs sono in grado di escludere che- in una forma o nell’altra, direttamente o indirettamente - non ci sia stato il concorso organizzativo, finanziario, o anche solo di fiancheggiamento, da parte di ambienti collegati all’integralismo islamista?
VOGLIONO GOVERNARE COSÌ
A queste domande segue sempre (quando vengono poste in tv) una mezza crisi isterica e (quando vengono scritte su carta) un silenzio tombale degli interpellati. Ma si tratta di questioni che vanno riproposte. Non è in gioco solo la trasparenza su un’iniziativa opaca e pericolosa. Ma anche la conoscibilità di un “metodo”: e cioè la superficialità, la leggerezza, l’improvvisazione con cui i progressisti italiani oggi governano se stessi e domani vorrebbero governare anche noi. Il buon Dio o qualcuno in sua vece ci risparmi questa poco rassicurante esperienza.
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