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Matteo Ricci, sondaggio falso e show pro-Pal in treno: gli ultimi disastri

di Pietro Senaldisabato 27 settembre 2025
Matteo Ricci, sondaggio falso e show pro-Pal in treno: gli ultimi disastri

( Ansa)

4' di lettura

Il miglior spot per Francesco Acquaroli presidente delle Marche lo ha fatto l’uomo che vuol prendergli il posto, Matteo Ricci. «Il governatore di centrodestra ha detto che non parla di Gaza perché si occupa di altro» ha attaccato l’attivista pro -Pal, «per questo dobbiamo far prevalere il cambiamento nella Regione». Curioso. Il candidato del campo largo progressista ad amministrare le Marche rimprovera al rivale di avere come priorità il suo territorio e non quello palestinese, «come se occuparsi della popolazione uccisa non sia un valore fondamentale».

Mache ci azzeccano le Marche con la Palestina?, potrebbe chiedersi un ingenuo elettore. Nulla. E allora perché Ricci giovedì ha concluso il comizio avvolto tra bandiere palestinesi come neppure Yasser Arafat? Gli è venutala gazite acuta. Ieri ha preso la ferrovia da San Benedetto del Tronto a Pesaro, quattro fermate e quattro comizi, e ha ribattezzato il tour elettorale “Un treno per Gaza”. Effetti sulla popolazione martoriata? Zero. Dopo di che ha dedicato la sua missione a rischio zero «agli uomini straordinari della Flotilla, che in questi giorni si stanno sostituendo a quello che l’Italia e l’Europa dovrebbero fare». 

Non gli avevano forse ancora riferito le parole del presidente, Sergio Mattarella, che ha invitato quegli uomini a non fare gli eroi, o i fessi, ed «evitare rischi e accogliere la mediazione» trovata dal governo italiano di centrodestra con la Chiesa e Israele. Un appello sposato da tutti e due i Pd tra i quali l’ex sindaco di Pesaro si dibatte, quello riformista progressista moderato che fu anche suo e quello movimentista di estrema sinistra di Elly Schlein. Sarà per questo che il treno e i set improvvisati su cui Ricci ha fatto i suoi comizietti volanti parevano allestiti da Hamas, in un tripudio di identità gazawi più che marchigiana, con i vessilli palestinesi che oscuravano le bandiere del Pd e di M5S.

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«Quest’uomo si candida a leader del campo largo per le Marche o del campo profughi perla Striscia?» era la feroce battuta che circolava ieri tra gli scompartimenti. Quella più politicamente corretta, ma ancora più abrasiva era invece: «Che cosa potrà mai fare una volta eletto governatore in Ancona per aiutare Gaza; e soprattutto, perché bisogna farlo presidente delle Marche se a lui preme di più della Palestina?». Ma ancora, e questo ce lo chiediamo noi: è legittimo che un amministratore pesarese abbia a cuore la Striscia più della sua terra; quello che non si spiega è perché voglia tornare a casa anziché imbarcarsi sulla Flotilla, o quantomeno restare a Bruxelles, dove può fare molto di più per la politica estera dell’Italia e dell’Europa. Indignarsi dei comportamenti altrui è sempre un’ottima tattica per non dovere rispondere dei propri. «Un voto per le Marche e per la Palestina» era lo slogan ieri sul convoglio. Mai balla fu più vigliacca. 

Le Regioni non hanno nessun potere in politica estera. Acquaroli lo sa e infatti parla di economia, sanità, infrastrutture e, interrogato su Gaza, afferma di essere contro la guerra e allineato al governo, che è per il riconoscimento dei due popoli e due Stati e condanna l’azione di Israele. Promette continuità e sciorina i dati che hanno portato molti esponenti storici del centrosinistra a candidarsi nella sua lista. Pure Ricci lo sa, ma lo stesso fa della Palestina il piatto forte del suo programma; perché è l’unico argomento non divisivo nel campo largo che tiene a fatica insieme con lo scotch e perché non ha un piano né un’idea di come governare la Regione. Promette discontinuità ma non sa come, tant’è che ha progetti che costano due volte il denaro che ha a disposizione. A proposito di balle, ieri è arrivata l’ultima. Per convincere i marchigiani ad andare alle urne, negli ultimi giorni nel Pd qualcuno ha fatto circolare un sondaggio Swg in base al quale, se più del 50% degli elettori si recherà al seggio, la sinistra vincerà. 

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Alcuni candidati dem, hanno divulgato la notizia sui propri social, violando l’obbligo di segretezza stabilito dalla legge. Ebbene, l’istituto demoscopico è stato costretto a intervenire con una nota ufficiale in cui stigmatizzava che «la rilevazione è falsa». «Numeri creati appositamente per cercare di trarre un beneficio e spingere Ricci» si legge nell’esposto di Fratelli d’Italia alla Procura della Repubblica contro questo comportamento scorretto. Che è in perfetta continuità con la filosofia che ha animato la campagna marchigiana del campo largo: prendiamo in giro i cittadini, perché conta solo tornare al potere. Un comportamento ben diverso rispetto a quello tenuto da Acquaroli, che sfida un avversario indagato per concorso in corruzione ma non ne ha mai usato le disavventure giudiziarie per trarre vantaggio. A ciascuno il suo stile. Ma se lunedì pomeriggio Ricci avrà perso, tornerà a Bruxelles o si imbarcherà con la Flotilla per Gaza. Non si accettano scommesse. Dubbi non ce ne sono.