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Francesca Albanese si mette a dare lezioncine a Sergio Mattarella

di Lorenzo Cafarchiodomenica 28 settembre 2025
Francesca Albanese si mette a dare lezioncine a Sergio Mattarella

(Ansa)

3' di lettura

Microclima culturale. Durante la giornata di venerdì sui canali ufficiali del Quirinale è apparso un messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in merito all’operato della Global Sumud Flotilla. Un appello rivolto «con particolare intensità» alle donne e agli uomini della missione «perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme- anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza - di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza».

Davanti a questo messaggio sono arrivate, tempestivamente, le parole di Francesca Albanese. O meglio dire il suo post su X. La relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territorio palestinesi occupati, incarico che svolge dal 1° maggio 2022, dietro gli occhiali e il ciuffo alla Crudelia De Mon è vigile su ogni cosa riguardi la Palestina e non fa mai mancare, spondata da chi utilizza la brutalità del conflitto israelo-palestinese per colpire il governo, il suo apporto. Ripartiamo, quindi, dalle lettere digitate sul social di Elon Musk. A Mattarella la Albanese ha risposto con un accorato appello. Rivolgendosi all’inquilino della Reggia del Quirinale ha scritto: «la prego di usare la sua autorità ed il suo peso politico, che oggi è quello di un Paese intero col cuore in frantumi, per chiedere ad Israele di fermare il massacro, invece che alla Flotilla, la nostra fiaccola di umanità in movimento, di fermarsi». Premesso che bisogna sempre diffidare di chi fa continui richiami all’umanità è interessante vedere come opere, parole e gesti della Albanese seguano la rotta delle imbarcazioni con la missione di forzare il blocco marittimo israeliano in direzione Palestina.

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Verrebbe da pensare a una regia unica. Riavvolgendo il nastro a ogni passaggio, a ogni miglia nautica messa alle spalle vediamo sempre il ciuffo ribelle della funzionaria dell’Onu. Drone contro le imbarcazioni a inizio settembre? «Non sappiamo chi abbia compiuto l’attacco, ma non saremmo sorpresi se fosse stato Israele. Se confermato, si tratta di un attacco alla sovranità tunisina». Quando venne sanzionata dagli Stati Uniti d’America non perse tempo ricordando le parole del premier italiano sulla missione nautica. «Giorgia Meloni dice che verranno date tutte le garanzie di sicurezza agli attivisti e ai politici della Global Sumud Flotilla in rotta per Gaza. E che vuol dire? I giornalisti hanno chiesto cosa vuol dire in pratica? Io se fossi giornalista l’avrei chiesto. Cosa vuol dire in pratica? La prima protezione che un governo dovrebbe dare è di inviare navi per rompere l’assedio. È un obbligo legale per prevenire il genocidio». E ancora la diretta con Greta Thunberg, qualche giorno fa, in cui l’attivista svedese dice alla nostra connazionale: «Eravamo consapevoli dei pericoli di questo tipo di attacchi. Non ci fermeranno, si tratta di una tattica per spaventarci, di una guerra psicologica».

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Francesca Albanese appare in ogni frame, come il bicchiere di Starbucks in tutte le scene della pellicola Fight club, dell’operazione Flotilla. Un easter egg - per dirla con un inglesismo quasi fosse una funzionalità nascosta agli occhi meno attenti- che segue e indirizza il vento delle vele. C’è anche quando non c’è in questo viaggio che incendia il dibattito politico tra fregate e menfreghismo del diritto internazionale. La grande sorella spinge e poi ritrae la mano. Invita a insistere, ma anche a usare la moderazione «perché ogni passo falso si ritorcerà contro i palestinesi». Protegge le imbarcazioni verso Gaza e denuncia gli attacchi. «Quattro imbarcazioni sono ora danneggiate e necessitano di riparazioni urgenti» e ancora, dopo le «11 esplosioni» segnalate dalle barche della Flotilla, caccia un grido verso gli Stati che restano in silenzio.

Cosa «stanno aspettando che un’imbarcazione venga affondata prima di intervenire?». Questa traversata vuole essere l’Odissea odierna, ma senza l’intervento della penna di Omero, si accontenta, sembrerebbe, della sceneggiatura della Albanese. Flotta continua nel mare d’autunno dove nessuno viene a trascinarli via.