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L’agnello pasquale Tridico tra gaffe e ostilità del Pd

In regione i dem hanno già mollato il candidato governatore pentastellato. E al Nazareno sperano che un suo ko faccia abbassare le penne a Conte
di Pietro Senaldidomenica 5 ottobre 2025
L’agnello pasquale Tridico tra gaffe e ostilità del Pd

(Ansa)

3' di lettura

«Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco», consigliava il grande allenatore Giovanni Trapattoni. Il gatto però è furbo, imprevedibile e padrone del proprio territorio. L’avversario di Roberto Occhiuto, governatore del centrodestra in carica, nelle elezioni per la presidenza della Regione Calabria di oggi e domani però non è un felino. È sembrato piuttosto un tordo, o quantomeno ne ha fatto la figura, nella sua tragicomica campagna elettorale. Pasquale Tridico, detto l’agnello sacrificale pasquale a causa della sua fantozziana esperienza da candidato, se fosse furbo non si sarebbe fatto incastrare da Giuseppe Conte, si è dimostrato più prevedibile della messa e ha dato prova di conoscere la Calabria quanto un calabrese medio può conoscere l’Alaska.

DIVANO
Oggi Occhiuto si recherà al seggio alle 11 a Cosenza, dove risiede, presso la scuola elementare Corrado Alvaro. Tridico invece se ne starà sul divano; non è dato sapere se a Roma, dove risiede, a Bruxelles, dove è domiciliato, o in Calabria, dove nacque cinquant’anni fa e ha trascorso per ragioni di lavoro qualche giorno nell’ultimo mese e mezzo. Non starà sul divano per affinità con i percettori del reddito di cittadinanza da divano del quale l’ex presidente dell’Inps è ideatore e che ha promesso di dispensare a chi lo voterà ma perché, più semplicemente, il seggio non è cosa sua. Il candidato del campo largo infatti non può neppure votarsi da solo, non facendo parte del milione e ottocentomila calabresi e passa chiamati alle urne. C’era da sospettarlo, dopo che ha piazzato la meta turistica di Diamante cento cinquanta chilometri più a Sud della sua reale collocazione geografica, ha sbagliato il nome di Bagnara Calabra e ha confessato di ignorare dove sia la grotta del Romito, patrimonio archeologico e vanto regionale. Lui, quello che sa della regione che si candida a governare, l’ha appreso dal sussidiario delle scuole medie, tant’è che ha dichiarato che le province calabresi sono tre, esattamente quante erano ai tempi in cui studiava lui, e non cinque, come effettivamente sono oggi .

Occhiuto lo ha massacrato in campagna elettorale sulle sue deficienze geografiche ma il dato politico peggiore, per Tridico e per il campo largo arriva dalla sinistra locale. Chi, tra i dem e gli esponenti della società civile, conta e ambisce ad avere un futuro nella Regione, quando si è resa conto dell’inadeguatezza del candidato grillino, ha iniziato ad allontanarsi, prendere le distanze, negarsi, disertare gli appuntamenti. Il comizio finale, venerdì, dell’agnello Pasquale era il festival delle assenze, disertato dal pubblico, dalla stampa, dai maggiorenti del campo largo.
Nessuno vuole avere a che fare con questo giro elettorale, del quale si vergognano tutti. Primo della lista, Flavio Stasi, il sindaco di Corigliano Rossano, il migliore su cui la sinistra può contare.

ROCCAFORTI
Come andranno le elezioni? Reggio Calabria è una roccaforte del centrodestra da sempre. Anche Vibo Valentia ha fatto la sua scelta. Crotone? Il sindaco civico Vincenzo Voce non ha fatto sentire il suo timbro pro Tri dico; anzi, sembra pendere dall’altra parte. Resterebbe Cosenza, terra storicamente favorevole alla sinistra, che ha dato i natali a più di un ex governatore dem. Il punto però è che nel Pd inizia a serpeggiare una strana idea: fare della Calabria l’occasione per abbassare le penne a Giuseppe Conte e alle sue bramosie di comandare la sinistra avendo la metà dei voti di Elly Schlein e compagni. E quale occasione migliore che condannare alla disfatta il suo candidato? Rimane Catanzaro, più città che provincia, dove pacco spedito suo malgrado dall’ex premier al Sud può sperare di contenere i danni.
«La Calabria non è più quella di vent’anni fa che la sinistra aveva in mente quando ha deciso di puntare su mister Reddito di Cittadinanza» ha dichiarato Occhiuto a Libero. I calabresi sanno che qualcosa è cambiato ma che c'è ancora molto da fare; però sanno soprattutto che il governatore di Forza Italia è stato il migliore che si è visto da tempo immemore. E hanno capito che il governatore si è dimesso per ricandidarsi per poter continuare a governare in attesa che la magistratura si esprima sulle vicende per cui è indagato. In modo che un’inchiesta non sia più una campana a morte per i politici, di destra e di sinistra, come lo è sempre stata finora per i suoi predecessori.