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Elly Schlein nel mirino del Pd dopo il ko in Calabria

di Elisa Calessimercoledì 8 ottobre 2025
Elly Schlein nel mirino del Pd dopo il ko in Calabria

(Ansa)

3' di lettura

Il gruppo dirigente del Pd prova a fare quadrato il giorno dopo il risultato disastroso della Calabria. «A quelli che oggi attaccano il Pd o denigrano il Pd», dice Francesco Boccia, «se sono nel centrosinistra e dentro il centrosinistra, chiedo semplicemente di continuare a fare le campagne elettorali che stiamo facendo noi senza sosta da mesi, a partire dalla segretaria». E ha difeso Elly Schlein, «la personalità del partito che ha fatto più dibattiti e che si è spesa più di tutti». Una cosa «è stare in mezzo alla gente, un’altra parlare da comodi salotti, dando giudizi teorici sulla politica». E ha attaccato chi rimpiangerebbe «il Pd partito dell’establishment». Ma quel partito non c’è più. «Questo è quello della giustizia sociale, del progresso, delle nuove generazioni».

ALLEANZA PERDENTE
Il problema è che questo Pd, o meglio questa alleanza che ha come pilastro il Pd, continua a perdere. Lo segnalava ieri un padre nobile del Pd, Arturo Parisi, ripostando sul suo profilo di X un’osservazione fatta dall’Istituto Cattaneo nella sua tradizionale analisi sui flussi dei voti: in Calabria, al contrario di quanto si è detto in queste ore, «la partecipazione è cresciuta» rispetto alle «Politiche del 2022 e alle Europee del 2024. Seppure nettamente sconfitto il risultato non consente di dire del futuro del Campo Largo come competitore adeguato del centrodestra». Nonostante la parola d’ordine sia minimizzare e rinviare la discussione, perché questo week-end si ricomincia con le elezioni in Toscana, il malumore cresce. Soprattutto tra i riformisti. Un segno eloquente è il moltiplicarsi di iniziative che provano a far emergere un pensiero diverso, più nettamente riformista e liberal, rispetto a quello che guida attualmente il Pd. E così, dopo l’annuncio dei riformisti ex Energia Popolare (tra gli altri Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Filippo Sensi: quelli che, per intendersi, si sono staccati da Stefano Bonaccini) di una iniziativa a Milano il 24 ottobre, con un taglio economico-sociale, anche i liberal di Enrico Morando e Stefano Ceccanti hanno rilanciato con un altro evento, più centrato sulla politica estera.

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Il 31 ottobre, infatti, si terrà a Livorno alle 9.30 il convegno “Le politiche di sicurezza dell’Unione europea”, organizzato da Libertà Eguale, associazione che riunisce i riformisti. Ci saranno Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, Guerini, presidente del Copasir e Quartapelle (entrambi presenti anche a Milano) e Ceccanti, già parlamentare del Pd e professore di diritto pubblico comparato all’Università di Roma La Sapienza. A concludere sarà Morando, presidente nazionale di Libertà Eguale. «Bisogna superare un divario tra le coalizioni», spiega Ceccanti. «Quella di centrodestra ha posizioni interne assolutamente eterogenee su questi temi non meno del cosiddetto campo largo, ma alla fine, favorita anche dai vincoli esterni più forti per chi sta al governo, riesce in qualche modo a disciplinarsi. All’opposizione il Pd quale maggior partito, nonostante la sintonia con i capi di Stato che si sono susseguiti, non mostra ancora una forza tale da disciplinare il proprio campo su chiare posizioni euroatlantiche». Temi economici a Milano, internazionali a Livorno. Come dire, esiste una posizione, dentro il centrosinistra, diversa su entrambi i pilastri di un partito che ambisca a governare.

VOCI CRITICHE
Del resto che al centrosinistra nel formato largo manchi qualcosa è chiaro. «Credo che una riflessione vada fatta adesso onestamente», diceva ieri Beppe Sala, sindaco di Milano. «Perché è un campo al quale, seppur largo, manca qualcosa. E a sottolineare quello che non va è stato, ieri, anche Matteo Renzi. «Il risultato calabrese, come quello marchigiano», ha detto il leader di Italia Viva, «dimostrano che non si vince sfruttando temi mediatici come la Palestina o il reddito di cittadinanza.
Occorre piuttosto incalzare sulla concretezza dei temi quotidiani: la pressione fiscale, il costo della vita, la sanità».
A puntare il dito contro una coalizione che ancora non è una squadra è anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: «Oltre un anno fa, a settembre 2024, durante la Festa di Avs», ha ricordato, «avevamo proposto agli altri leader del centrosinistra un tavolo permanente di confronto tra le opposizioni, per coordinare l’attività parlamentare ma anche per costruire l’alternativa a questo governo». Perché «non basta fare la somma algebrica dei numeri». Risultato: «Dopo un anno, siamo fermi: la volontà di fare il tavolo non c’è stata, credo che ora non ci siano più scuse per non farlo».