Almeno ci hanno avvisato prima: vogliono metterci le mani nel portafogli. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, il Gatto e la Volpe della politica italiana. Come i personaggi di Pinocchio, promettono il Paese dei Balocchi; però, a differenza della famigerata coppia inventata dal genio di Carlo Collodi, non fanno giri di parole per tirare a fregarti: te lo dicono chiaro e tondo. I due intendono sposare l’idea di Mangiafuoco Sergio Landini: una patrimoniale, una polpetta al veleno da servire sul piatto di Elly Schlein per farla diventare proposta di coalizione, in modo da far scappare dal Pd anche gli ultimi elettori moderati. Secondo un report di Ubs, l’Unione Banche Svizzere, in Italia ci sono 62 miliardari in euro. Posseggono, insieme, poco meno di 200 miliardi ma il segretario della Cgil sostiene siano in realtà 240. Poco importa, è noto che i numeri non sono il forte del leader sindacale. Quel che conta, e che non funziona, però è il piano: «Bisogna raggiungere la giustizia sociale attraverso la giustizia fiscale, si può immaginare una tassa di scopo da dedicare, per esempio, alla sanità, dobbiamo ancora capire bene come articolare la super-gabella, ma l’importante è metterla in programma».
Così l’estrema sinistra ha avanzato l’idea. Figurarsi, spennare i ricchi per dare ai poveri è la filosofia più antica e populista della storia della politica; infatti è di sinistra. Ha facile presa, trasuda ideologia e nasconde lo squallore dell’invidia con il sapore della vendetta. Però non si illuda chi spera di trarne vantaggio, o quantomeno di far piangere i ricchi. La super patrimoniale non sarebbe un una tantum, diventerebbe regola e non colpirebbe i 62 miliardari di cui sopra, che ci impiegherebbero cinque minuti a salvare le loro ricchezze e trasferirle altrove, con il risultato di restare dei nababbi loro ma rendere più povera l’Italia. La patrimoniale finirebbe per martellare il solito 5% di italiani che, secondo i dati dell’Osservatorio Itinerari Previdenziali, paga quasi la metà dell’intero gettito Irpef o, se va bene, il 15% che ne ha in carico oltre il 63%. Anche sulla destinazione del maltolto ci sarebbe poi da ridire. Il problema vero del nostro Welfare non sono i soldi, visto che abbiamo lo Stato Sociale più pesante del mondo in rapporto all’incidenza della spesa totale sul prodotto interno lordo (30%). Come noi, solo la Francia, che infatti sta vivendo un’apocalisse sociale e istituzionale per l’incapacità di rivedere i propri conti pubblici, e la Finlandia, dove però la spesa è mirata, il che significa che l’assistenza non è assistenzialismo e la previdenza non è privilegio.
Maurizio Landini fuori dal mondo: tagliare le tasse? "Meglio la patrimoniale"
Il taglio delle tasse non va bene. Meglio una bella patrimoniale per spennare i paperoni. Troppo preso dalle vicende del...Alzare la tassazione oggi in Italia non è pensabile, visto che quella reale si aggira intorno al 47-48%, equivarrebbe a stringere il cappio intorno al collo di chi sta già soffocando. Il solo modo per scongiurare i tagli alla spesa sociale che Avs e Cgil non vogliono, è alzare il prodotto lordo, ovverosia aumentare la ricchezza del Paese, anziché ridurla. Sanità, pensioni, lotta agli stipendi bassi: sono parole chiave che la sinistra userà in questo anno e mezzo di campagna elettorale per provare a ingannare i cittadini promettendo il Paese dei Balocchi. Sono slogan che rilanciano principi giusti ma pronunciati da chi non ha gli strumenti tecnici e neppure ideologici per creare le condizioni per cui ci siano una migliore sanità, non ci si debba ritirare dal lavoro sempre più in là con gli anni e si arrivi a guadagnare paghe più alte. La patrimoniale è la soluzione di chi non sa far soldi né per sé né per il Paese che vorrebbe governare e si preoccupa solo di sottrarli agli altri.