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Giuseppe Conte e il colpo di teatro per rubare la scena a Schlein

Il dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio è stato sfruttato dal leader del M5s per dimostrare che il più adatto a Palazzo Chigi, a sinistra, è lui
di Elisa Calessigiovedì 23 ottobre 2025
Giuseppe Conte e il colpo di teatro per rubare la scena a Schlein

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Il colpo di scena arriva verso la metà del suo intervento, quando Giuseppe Conte tira fuori un libro fatto dal M5S, intitolato “Governo Meloni, tre anni di tasse”. All’interno la dedica è: «Gentile omaggio per la presidente Meloni, a cura del Movimento 5 Stelle». Glielo mostra, gli legge qualche riga. Giorgia Meloni, ridendo, gli risponde: «Me lo dia, me lo dia il libro». Conte: «Rida, rida pure». Accade alla Camera dei deputati, durante il dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio Europeo. Un momento, ancora una volta, monopolizzato dal leader M5S. Conte, come sempre, usa l’occasione per due obiettivi: sfidare la premier, trattandola da scolaretta impreparata e poco diligente, e, in seconda battuta, dimostrare che il più adatto a Palazzo Chigi, a sinistra, è lui. «Lei purtroppo con l’economia ci litiga proprio», è l’incipit dell’ex premier, che rimprovera alla premier di non aver capito in passato come funziona lo spread e ora «come le banche accumulano gli utili». Glielo spiega Conte: «La Bce aumenta i tassi di interesse e le banche li scaricano sui mutui, ma non lo fanno quando si abbassano gli interessi». Passa poi al cavallo di battaglia del riarmo: «Lei ha ipotecato il futuro dei nostri figli. In Germania stanno parlando della leva obbligatoria, la farete anche qui? Cosa offriamo ai nostri figli? Uno stipendio sicuro in guerra?».

Quanto alla manovra, ci sono «solo briciole e tagli». L’età pensionabile? «Ha già sottoscritto 14 anni fa la Fornero e ora la peggiora?». Quindi ha enumerato quelli che, a suo dire, sono i punti negativi dell’azione del governo: «Crollo della produzione industriale», salari bassi, «6 milioni di cittadini che rinunciano a curarsi», «record della povertà assoluta», «record delle tasse», «aumento delle accise del gasolio», «aumento sul costo dei pannolini». «Oggi siamo in declino e lei finge di non vederlo», mentre «gli unici cantieri aperti sono quelli del Pnrr». Quanto a Trump, «non utilizzi l’amicizia per vendere qualche copia in più in America, la utilizzi per togliere i dazi». Quindi tocca a Elly Schlein.

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Parte dalla pressione fiscale «ai massimi dal 2001», poi gli affitti, la natalità che crolla, i salari, le bollette aumentate. «Non avete il coraggio di intaccare gli extra-profitti delle società energetiche». La sanità: «Aumentano le persone che rinunciano a curarsi», gli «stipendi sono da fame». Insomma, «lei ci racconta un film a colori, mentre l’Italia vive un film in bianco e nero». Passa, poi, al Medio Oriente, rimproverandole di voler «rimpiazzare il diritto internazionale con la legge del più forte». Torna a chiedere che l’Italia riconosca la Palestina, chiede di «mettere fine alle occupazioni illegali», di «sostenere l’Autorità palestinese». E dichiara che il Pd è pronto a sostenere una forza a Gaza «sotto il cappello dell’Onu».

Passando all’Ucraina, spiega che «non ci può essere una pace giusta senza Ucraina ma anche senza Ue». Critica l’aver accettato l’aumento delle spese militari al 5%. E poi: «Ha detto che non ha mai garantito le big tech con Trump ma allora è un sosia di Giorgetti quello che lo ha fatto». Tornando alla politica interna: «Volevate abolire la Fornero, state ritardando la pensione al 90% degli italiani». E poi i centri per l’immigrazione in Albania: «Nelle cancellerie europee la prendono in giro per quel “funzioneranno”. Fatevi aiutare, non avete una visione del Paese».