Fausto Bertinotti critica con severità certi atteggiamenti radicati nella sinistra italiana.“Perché c'è effettivamente un tratto, c'è stato e c'è, un tratto come dire non aristocratico, saccente”, riconosce l’ex leader di Rifondazione Comunista. Ai microfoni de In Altre Parole, su La7, afferma: “In una parte della sinistra c'è un atteggiamento fastidiosamente saccente”.
Bertinotti precisa: “Di superiorità. Io so e tu non sai". L’ex presidente della Camera va al cuore del problema: “Questo è l'elemento che va messo in discussione radicalmente. Non le differenze di comportamenti, ma il fatto che tu, se sei di sinistra, non puoi manifestare un'istanza di superiorità nei confronti del popolo, perché il popolo è la tua forza.” In sintesi, Bertinotti denuncia un vizio elitario che aliena la base popolare, essenziale per la sinistra autentica. L’arroganza intellettuale – “io so, tu no” – deve essere estirpata, non tollerata come mera diversità di stile. Solo umiltà e vicinanza al popolo possono rigenerare una sinistra credibile e radicata, questo il suo ragionamento. Ma non finisce qui. Da tempo Bertinotti è una voce critica contro quella sinistra che lui stesso ha contribuito a mantenere in vita soprattutto sulle sponde estreme.
In un’intervista al Foglio di qualche mese fa, ha sotterrato ogni illusione di rinascita: “Nel quadro attuale, e con le forze politiche esistenti, non credo ci possa essere alcuna possibilità di protagonismo per la sinistra italiana”. Ammette qualche “tentativo generoso”, come i referendum sul salario minimo o le lotte dei metalmeccanici, ma “questo purtroppo non può supplire all’assenza di protagonismo da parte della sinistra, che non esiste e non si vede all’orizzonte”. Infine sempre da Gramellini risponde a Prodi che ha riveocato la "Bertinottite", come una malattia della sinistra: "econdo me tutto questo ha a che fare con quello che dicevo prima: quelli che si autodefiniscono riformisti sono stati spiazzati dai processi che sono andati avanti, sono stati letteralmente schiattati".




