È il 4 giugno scorso. I senatori di Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si siedono davanti a banchi del governo e gridano «vergogna, vergogna» contro «la svolta autoritaria» di Meloni e soci. Il “decreto sicurezza”, nonostante la sceneggiata da collettivo studentesco, diventerà legge.
La sinistra vedeva come fumo negli occhi gli aumenti di pena per chi occupa case abusivamente o l’eventualità del carcere per le borseggiatrici che usano la gravidanza per rubare comodamente a bordo dei mezzi pubblici o l’introduzione del reato di blocco stradale per tutti quei fenomeni che amano sdraiarsi in mezzo alla strada per denunciare i cambiamenti climatici. Una settimana prima, alcuni esponenti delle opposizioni si erano pure accodati a centri sociali e pro-Pal (i professionisti del disordine sempre coccolati) in marcia verso la Camera, dove stava cominciando l’esame della legge: era finita, tanto per cambiare, con l’assalto alla polizia.
E veniamo a oggi, con gli stessi che cinque mesi fa si stracciavano le vesti che invocano - udite, udite - più sicurezza. «La sicurezza non è un bisogno di destra o di sinistra, ma di tutti. Come risolvere questa emergenza?», si è chiesto Giuseppe Conte.
Piantedosi smaschera il Pd: "Per i migranti vi va bene"
«Norma di buon senso» contro «distributore d’impunità». Si gioca sul condono l&rsq...«Per noi la sicurezza è una priorità reale. È un tema su cui non occorre rincorrere la destra ma opporre la nostra visione. La nostra proposta è chiara, sicurezza è: prevenzione e protezione. Sono due pilastri inscindibili. È questo equilibrio che crea davvero sicurezza, non gli slogan vuoti», ha detto Elly Schlein all’assemblea dei sindaci Pd. «La sinistra non lasci il tema della sicurezza alla destra e lo assuma come priorità», è l’arringa del presidente dem Stefano Bonaccini. Pure Matteo Renzi, quello del record di sbarchi (quasi 500 immigrati giorno) e delle città trasformate in campi profughi, adesso dice che «serve più sicurezza». Il cortocircuito è servito. Ed erano sempre i soliti, due anni fa, a sbraitare contro il “decreto Caivano” approntato dal governo per contrastare la criminalità giovanile. Prendeva il nome dal paesone dove due cugine di 10 e 12 anni erano state stuprate da un branco di minorenni. Ma alla sinistra poco importava.
BABY GANG E TASER
Da subito, Schlein in testa, bollarono come «repressione» e «deriva securitaria» norme di buonsenso come l’allargamento del daspo urbano ai 14enni, l’introduzione dell’avviso orale del questore anche sotto i 14 anni e l’aumento delle pene per i ragazzini che si dilettano a spacciare e a girare armi in pugno. Non più tardi della scorsa estate, poi, il campo largo aveva preso di mira il taser, l’arma a impulsi elettrici introdotta in via sperimentale dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini nel 2018 (governo gialloverde) che con l’attuale esecutivo è diventata dotazione ordinaria delle forze dell’ordine in tutto il Paese. Ad agosto, dopo due morti in 48 ore tra Genova e Olbia, bloccati col taser dai carabinieri, era salita sulle barricate Ilaria Salis: «Il taser è un’arma pericolosa, che può rivelarsi una condanna a morte anche per chi abbia un banale, piccolo problema di salute. Va dismessa». Il suo collega rossoverde, il deputato Filiberto Zaratti, aveva avvalorato la tesi del garante dei detenuti della Sardegna: «Il taser è uno strumento di tortura legalizzato». Ovviamente le autopsie appurarono che le pistole stordenti non avevano avuto alcun ruolo in entrambi decessi, bensì era stata la cocaina a stroncare i due uomini.
"Silvia Sardone incinta di me": la canzone del migrante indigna la Lega
La denuncia arriva dagli account social della Lega. Nel post si vede un immigrato - una «risorsa» - ballare ...Vada sé che anche la possibilità di aprire alla sperimentazione del taser per le polizie municipali è stata duramente osteggiata dalla sinistra nei Comuni dove amministra. Specie a Milano, la capitale italiana del crimine, dove solo grazie a un’incessante battaglia del centrodestra fu piegata la resistenza dei più moderati della maggioranza. Parte del Pd e Avs, infatti, votarono contro. E sono gli stessi che oggi chiedono aiuto al governo perché la metropoli è una polveriera.
«Insicurezza? È una questione di percezione...», dicevano. Come dimenticare, poi, la legittima difesa. Nel 2019, quando la “legge Salvini” fu licenziata i progressisti gridarono al Far West. L’europarlamentare piddina Alessandra Moretti si mostrò molto preoccupata perché da quel giorno in avanti saremmo finiti «con i bambini che fanno stragi a scuola».
Ovviamente, in questo gran minestrone, la sinistra ha sempre negato ogni correlazione tra insicurezza e immigrazione propugnando porti aperti e dando alle pericolose destre dei «fascisti» e dei «razzisti».
Migranti, la Commissaria Ue: "Quelli illegali vanno deportati"
"Ce lo chiede l'Europa", era la classica risposta a tutto che la sinistra di governo era solita utilizzare...IMMIGRAZIONE DANNOSA
Bene. Nel 2024, dati del Viminale alla mano, il 34,7 per cento dei reati è stato commesso da stranieri: in sette casi su dieci si trattava persino di clandestini. Gli immigrati hanno commesso il 60,1 per cento di rapine per strada, il 61 per cento di furti con strappo, il 60 per cento di furti con destrezza, il 43 per cento di violenze sessuali, il 39 per cento di reati legati allo spaccio. In tutto ciò va ricordato che gli stranieri, in Italia, rappresentano il nove per cento della popolazione (uno su dieci, tra loro, è pure irregolare).
Infine. «Servono più poliziotti!», sbraitano le opposizioni. Ieri il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha chiesto «più poliziotti e più commissariati». I numeri, In tre anni il governo Meloni ha assunto 37.400 agenti e in cantiere ci sono altre 31.500 assunzioni entro fine legislatura. «Noi oggi assumiamo in un anno addirittura tante persone quante se ne assumevano in cinque anni nel passato e abbiamo passato di più di due annidi media l’età media del personale», ha sottolineato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.




